Il Concordia accoglierà presto la pellicola che a Berlino ha fatto discutere per l'Orso d'Oro di protesta, TAXI TEHERAN, documento clandestino di denuncia del regista Panahi contro la censura e il potere confessionale sull'arte e la libertà creativa nel cinema. Opera ambientata dentro un'auto pubblica debitamente censurata, tagliata e osteggiata, sino a vietarne la pubblicazione con ammenda e carcere per l'autore. 30 paesi liberi nel mondo (500 mila spettatori in Francia) hanno scelto di ospitare l'ironico lavoro del regista iraniano che utilizza conoscenti, parenti e la giovanissima nipote, a interpretare se stessa in macchina con lo zio famoso cineasta (“This is not” e “Closed” le precedenti opere che lo costringono da 20 anni al confino insieme a "Taxi", naturalmente, e per il prossimo roseo futuro a venire in cattività...) autore impegnato a fare il tassista stralunato alla Buster Keaton porta in giro tipi umani e storie ordinarie camuffate da comiche e drammuncoli esistenziali in una metropoli sempre meno islamizzata ancor più surreale (l'esatto contrario di ciò che ci si aspetta: e questo fa paura anche a oriente non solo a occidente).
Il cinema degli ISTITUTI CULTURALI conferma così la sua vocazione alla spazio sperimentale e internazionale anche con le matinée per le scuole e le proiezioni in lingua originali con sottotitoli per non udenti ogni venerdì del mese.
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Il cinema degli ISTITUTI CULTURALI conferma così la sua vocazione alla spazio sperimentale e internazionale anche con le matinée per le scuole e le proiezioni in lingua originali con sottotitoli per non udenti ogni venerdì del mese.
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