Aumento esponenziale dei lavoratori in cassa integrazione e in attesa di occupazione; nelle ultime settimane la Csu è impegnata in altre tre vertenze occupazionali: rischiano il posto altri 25 lavoratori. In questo contesto, parlare di festa dei lavoratori può sembrare uno presa in giro. E in effetti quest’anno più che mai la ricorrenza del 1° maggio si spoglia di ogni aspetto ludico e disimpegnato e diventa un’occasione per riflettere, per provare a superare le difficoltà che anche a San Marino stanno vivendo lavoratori ed aziende. Il contesto si diceva è amaro e preoccupante, la crisi occupazionale è passata dalla fase della stagnazione a quella dell’evoluzione: se è vero che il lavoro nobilita l’uomo, è altrettanto vero che oggi è ricco chi ha un lavoro. E così la festività che da oltre un secolo unisce tutti i lavoratori, senza barriere geografiche e sociali, riscopre il sapore delle radici, di quelle origine che l’hanno vista imporsi come un momenti di lotta internazionale di tutti , per migliorare la propria condizione e raggiungere gli obiettivi. In una situazione che rischia di peggiorare, visto che come ricordano le confederazioni sindacali Cdls e Csdl, ottobre finirà il monte ore previsto dalla cassa integrazione e i lavoratori rimarranno definitivamente senza impiego e tutele, il primo maggio viene a ricordarci che il lavoro è un diritto e un dovere; reagire alla crisi occupazionale, anche.
Sara Bucci
Sara Bucci
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