Il primo atto sarà quello di adeguare il capitale sociale dell’IBS. Troppo basso quello attuale, di 20 milioni di euro, per consentire l’operazione di acquisto di quell’85,35% di Banca Agricola, valutato 62 milioni e 200 mila euro. Il Cda dell’Istituto Bancario Sammarinese provvederà presto all’aggiornamento patrimoniale per consentire di mettere a segno un’operazione che, ad appena 10 anni dalla nascita, gli consentirà di diventare il primo gruppo privato della Repubblica. Intanto la BAC, che invece di anni ne ha appena compiuti 91, si appresta a fare un bel regalo di Pasqua ai suoi azionisti. Distribuirà loro quasi 41 milioni di euro, buona parte dei quali proprio ad Unicredit, che detiene il pacchetto di maggioranza. Lo svela il Sole 24 ore, evidenziando che alla banca italiana andranno 34 milioni e 6. Dunque la distribuzione dei dividendi e delle riserve porterà, di fatto, a 96 milioni e 800 mila euro la quota incassata da Unicredit per la cessione all’IBS. Anche in questo caso, però, sarà necessario attendere il nulla osta di Banca Centrale, senza il quale non si muove foglia. Poi ci sarà da affrontare il capitolo della fusione. Anche qui i tempi non saranno immediati, anche perché si dovranno armonizzare i due sistemi bancari. Ibs conta di portare la propria dinamicità gestionale negli uffici Bac e di snellire sensibilmente pratiche e procedure. Qualche mese per equilibrarsi e poi si vedranno gli esiti del mercato, l’accoglienza cioè destinata alla nuova superbanca. Nessun cenno, almeno al momento, all’altro passaggio che Banca d’Italia aspetta con ansia: la possibile dismissione di quote partecipative nel Credito di Romagna. Ma questa è un’altra storia, che riguarda uno dei soci.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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