Si chiamano premi di produzione, ma sono vere e proprie mensilità previste dal contratto di lavoro. Per gli impiegati è una voce fissa. Per i Dirigenti l'importo viene corrisposto sulla base di valutazioni interne che vengono rese note entro gennaio. Di fatto nessuno, il 31 maggio scorso, ha visto un euro. Ma soprattutto ha avuto una spiegazione. “Zero assoluto, commentano dalla Rsa. Non ci hanno nemmeno ricevuto”. Il sindacato ha subito chiesto il rispetto del contratto di lavoro. Non capiamo il motivo di questa decisione, dice Gianluigi Giardinieri. Non riusciamo a parlare con i vertici di Banca Centrale che non abbiamo mai incontrato da quando si sono insediati. Insomma, in attesa di capirne di più, a preoccupare è soprattutto il silenzio che ha accompagnato questa scelta. Il contratto di lavoro è scaduto da tempo ma è ancora vigente, puntualizza Giardinieri. Da tempo era stato fissato, per il 14 giugno, un incontro con il Direttore di Banca Centrale ma vista la situazione, conclude il rappresentante della Cdls, ci aspettiamo che si facciano vivi prima. Insomma non viene pagato un premio di produzione, che in realtà è uno stipendio non corrisposto e questo dopo la notizia dell’approvazione del Bilancio di Banca Centrale con un passivo di 3 milioni 392mila euro, mentre nel 2014 c'era stato un attivo di 50mila euro. Ad incidere è stato soprattutto il risultato netto delle operazioni finanziarie che, in un anno, è calato di 2, 87 milioni. Sono diminuiti gli introiti e sono aumentate le uscite. Le spese del personale, “esclusi gli amministratori e sindaci e al netto dei rimborsi relativi al personale”, sono salite del 4,10%, pari a 300mila euro, per un totale di 7,62 milioni.
Sonia Tura
Sonia Tura
Riproduzione riservata ©