Il CdA del 23 marzo 2011 ha approvato la proposta di Bilancio che sarà sottoposta all’Assemblea dei Soci del prossimo 8 maggio.
L’esercizio 2010 è stato caratterizzato dalla coda dello scudo fiscale, dagli effetti della crisi congiunturale e dagli ancora difficili rapporti con l’Italia.
La raccolta diretta si attesta su 1.368 milioni di Euro in diminuzione del 6,71% rispetto al calo del 15,8% registrato dal sistema. Gli impieghi commerciali crescono del 3,74% a conferma del
sostegno all’economia sammarinese.
Conseguentemente alla crisi sono cresciuti i crediti deteriorati ma gli accantonamenti prudenziali sono più che capienti a sostenere qualunque conseguenza. Le sofferenze sono già coperte al 41%. I fondi rischi ammontano a 57,3 milioni di Euro dopo aver fatto ulteriori accantonamenti per 6 milioni di Euro. L’utile netto è di € 7,5 milioni di Euro, destinato per il 36% ai dividendi (invariato il dividendo unitario €1,20) ed il resto a patrimonio.
Il Patrimonio complessivo ammonta a 216,4 milioni di Euro determinando coefficienti di patrimonialità (Tier 1 Capital ratio) del 19,86% e di solvibilità pari a 20,58% tutti superiori alla media delle banche italiane di pari dimensione e che confermano la solidità del Gruppo Banca di San Marino. Gli azionisti oltre al dividendo lucrano l’incremento del capital gain che rispetto al 2009 porta il rendimento totale dell’azione unitaria al 6,95%.
La Banca di San Marino conferma la volontà di essere banca di sistema e sta intervenendo per evitare problematiche generate dalla crisi di un importante gruppo finanziario – immobiliare.
La Banca ha approvato un progetto di ottimizzazione del sistema informatico, ha sviluppato un piano di Risk Management di gruppo ed ha effettuato notevoli investimenti sulla formazione manageriale dei collaboratori. E’ stato perfezionato, d’intesa con le Organizzazioni Sindacali, il fondo pensioni integrativo per il personale del gruppo, un’importante passo che colloca Banca di
San Marino tra le aziende che hanno relazioni industriali all’avanguardia.
L’esercizio 2010 è stato caratterizzato dalla coda dello scudo fiscale, dagli effetti della crisi congiunturale e dagli ancora difficili rapporti con l’Italia.
La raccolta diretta si attesta su 1.368 milioni di Euro in diminuzione del 6,71% rispetto al calo del 15,8% registrato dal sistema. Gli impieghi commerciali crescono del 3,74% a conferma del
sostegno all’economia sammarinese.
Conseguentemente alla crisi sono cresciuti i crediti deteriorati ma gli accantonamenti prudenziali sono più che capienti a sostenere qualunque conseguenza. Le sofferenze sono già coperte al 41%. I fondi rischi ammontano a 57,3 milioni di Euro dopo aver fatto ulteriori accantonamenti per 6 milioni di Euro. L’utile netto è di € 7,5 milioni di Euro, destinato per il 36% ai dividendi (invariato il dividendo unitario €1,20) ed il resto a patrimonio.
Il Patrimonio complessivo ammonta a 216,4 milioni di Euro determinando coefficienti di patrimonialità (Tier 1 Capital ratio) del 19,86% e di solvibilità pari a 20,58% tutti superiori alla media delle banche italiane di pari dimensione e che confermano la solidità del Gruppo Banca di San Marino. Gli azionisti oltre al dividendo lucrano l’incremento del capital gain che rispetto al 2009 porta il rendimento totale dell’azione unitaria al 6,95%.
La Banca di San Marino conferma la volontà di essere banca di sistema e sta intervenendo per evitare problematiche generate dalla crisi di un importante gruppo finanziario – immobiliare.
La Banca ha approvato un progetto di ottimizzazione del sistema informatico, ha sviluppato un piano di Risk Management di gruppo ed ha effettuato notevoli investimenti sulla formazione manageriale dei collaboratori. E’ stato perfezionato, d’intesa con le Organizzazioni Sindacali, il fondo pensioni integrativo per il personale del gruppo, un’importante passo che colloca Banca di
San Marino tra le aziende che hanno relazioni industriali all’avanguardia.
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