Le aziende di trasporto sammarinesi si muovono su due fronti: da una parte guardano all’Italia e attendono ulteriori conferme sulle scelte che faranno i loro colleghi di oltre confine; dall’altra chiedono alla politica risposte chiare sul loro futuro. Un primo confronto è stato fissato per il 24 giugno. L’Ercolani Trasporti, impresa storica di San Marino, incontrerà il Governo per parlare dell’emergenza gasolio e dell’abbattimento dei costi chilometrici. Non vogliono promesse ma un aiuto concreto. Massimo Ercolani, Amministratore unico dell’azienda, si fa portavoce della categoria. “Se non riceveremo garanzie – avverte – incroceremo le braccia anche noi.” Non intendono però fermarsi se non lo faranno i colleghi italiani. “Non facciamo il tifo per lo sciopero – precisa Ercolani – è ovvio che non lavorare ci danneggia.” Al Governo chiederanno anche di essere allineati agli autotrasportatori italiani. Non si sentono privilegiati come sammarinesi, anzi. In Italia - spiegano- ci sono diversi vantaggi come l’ecobonus e la riduzione del pedaggio autostradale, misure disposte dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti italiano. Anche l’associazione temporanea di impresa alza la voce. “Così non si può andare avanti”- tuona il presidente Roberto Benedettini. Nel contratto triennale per il servizio di trasporto scolastico non è compresa la clausola di adeguamento carburante. Questo comporta una perdita di almeno trenta euro al giorno per ciascun autobus; cifra che Benedettini teme sia destinata ad aumentare. Anche l’Ati ha chiesto un incontro con il Governo ma non ha ancora ottenuto risposta. “Se lo Stato non interviene – avverte - non garantiamo in autunno la ripresa del servizio scolastico”.
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