Come funziona il sistema pensionistico, quali sono i punti di forza e di debolezza, quali le scelte da compiere per riportare equilibrio e garantire la tenuta del sistema. A queste domande dovranno rispondere i tecnici incaricati di predisporre la riforma pensionistica. Stamattina il primo confronto, alla Segreteria alla Sanità, con le parti sociali e le categorie economiche. Aurelio Donato Candian, e Vito Lo Vecchio sono i professionisti che, assieme al segretario di Stato Massimo Rossini, hanno già evidenziato alcune sofferenze, ad esempio il fatto che il sistema si presenti fin troppo segmentato, con una situazione non paritaria tra dipendenti pubblici e privati. E ancora, il disavanzo cronico di alcuni fondi pensionistici, e la mancanza di calcoli attuariali che impediscono di eseguire precise proiezioni sui pensionati che un domani andranno a gravare sul sistema.
Su questi insiste anche il sindacato, che al prossimo incontro, previsto per i primi di marzo, spera di ricevere qualche documento scritto su cui potersi confrontare più approfonditamente. Per la Cdls si è trattato di una riunione costruttiva, pur se interlocutoria e certo non ancora determinante. Più critica la Csdl, che ha avanzato grossi dubbi anche sul metodo adottato, che ha messo il sindacato spesso di fronte a scelte compiute. La Csdl ha ribadito di ritenere essenziale la centralità del sistema a ripartizione basato su calcoli retributivi, con le necessarie correzioni.
Su questi insiste anche il sindacato, che al prossimo incontro, previsto per i primi di marzo, spera di ricevere qualche documento scritto su cui potersi confrontare più approfonditamente. Per la Cdls si è trattato di una riunione costruttiva, pur se interlocutoria e certo non ancora determinante. Più critica la Csdl, che ha avanzato grossi dubbi anche sul metodo adottato, che ha messo il sindacato spesso di fronte a scelte compiute. La Csdl ha ribadito di ritenere essenziale la centralità del sistema a ripartizione basato su calcoli retributivi, con le necessarie correzioni.
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