I 500 partecipanti, tra cui la Repubblica di San Marino, con delegati, vice ministri e ministri dell’Agricoltura di 183 paesi, hanno trascorso la notte per trovare un accordo sulla dichiarazione finale. I grandi della terra vogliono lasciare il summit con un impegno concreto anche in vista del prossimo vertice dei G8 in Giappone. Anche se non sono mancate critiche per un documento diluito rispetto alle premesse. Difficile sciogliere nodi quali gli accordi sulle politiche commerciali, il protezionismo e i sussidi dei paesi ricchi alle proprie agricolture. Così come uno scoglio è legato alla produzione cerealicola argentina e ai conseguenti riflessi sui prezzi. C’è stato invece accordo sugli aiuti immediati per far fronte alla crisi alimentare, che richiederanno comunque un aumento delle risorse finanziarie e l’invito affinché i prodotti alimentari non siano uno strumento di pressione politica. Resi noti i risultati della tavola rotonda sui biocombustibili che ha visto confrontarsi tecnici e delegati. Risultati scarsi che consistono nell’avvio di un progetto della Fao in Tanzania, Cambogia e Perù. Un miliardo di dollari in più per fare fronte all’emergenza cibo in Africa, da investire in agricoltura. L’annuncio è arrivato dal presidente del Gruppo Banca dello sviluppo africano.
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