La polemica politica nasce dal fatto che la Segreteria alle Finanze non ha comunicato con sollecitudine l'avvenuta pubblicazione della decisione dell'Agenzia Fitch, di declassare il Titano dalla tripla B+ ad un BBB con outlook negativo. Il 3 giugno scorso la notizia era già di domino pubblico sulle agenzie economiche internazionali, come ad esempio la Reuters, ma in Repubblica nessuno ancora sapeva. Di qui la contestazione del Partito Socialista che si chiede le ragioni di tale silenzio. Ma a far riflettere sono soprattutto le riflessioni contenute nella relazione Fitch, che indica le ragioni di carattere economico e quelle di ordine politico. Sul primo punto a pesare è soprattutto la situazione del sistema bancario, dovi i margini di interesse più bassi hanno contribuito ad aggregare le perdite nette e dove necessita un modello di business più competitivo, capace di farsi spazio nel rispetto del nuovo contesto normativo globale. Gli esperti di Firch mettono in evidenza la bassa capitalizzazione, in particolare della Cassa di Risparmio, che “ha richiesto – si legge nel rapporto - un apporto pubblico del 2,8% del PIL nel 2016, portando la ricapitalizzazione cumulativa, dalla fine del 2012 al 16% del PIL. Fitch ritiene ci sia una elevata probabilità che si renda necessaria una ulteriore ricapitalizzazione statale. Pur riconoscendo notevoli progressi, l'Agenzia ritiene incompleta la riforma del settore finanziario, considerandolo esposto a rischi in caso di ulteriore instabilità finanziaria. Per il 2016 si prevede un calo del disavanzo pubblico, mentre per il 2017 l'annunciato investimento in infrastrutture sarebbe compensato dal contenimento delle spese correnti e una crescita moderata delle entrate fiscali. Nel lungo termine però, se non interverranno sostanziali cambiamenti, la previsione è che il debito pubblico possa salire ulteriormente. Urgono una riforma delle pensioni, il passaggio al regime IVA, un contenimento delle spese, il completamento della riforma fiscale, un rafforzamento del sistema bancario, e un maggiore sviluppo economico. Le previsioni non sono negative, anche per effetto della nuova reputazione di San Marino nel contesto internazionale e in particolare in Italia. Per le note positive: bene gli accordi di cooperazione internazionale sia in capo economico che fiscale e politico, bene il percorso di integrazione con l'Unione Europea. A lungo termine si prevede che il Titano possa registrare un graduale aumento della crescita del PIL ad un tasso tendenziale dell'1,5%. Ma tutto è condizionato alla capacità della politica di porre in essere scelte oculate.
SB
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