Venti minuti di colloquio nella sala conferenze di un’hotel di Rimini, durante i quali Giorgio Felici, in rappresentanza della Csu, e un gruppo di frontalieri, hanno sintetizzato al Viceministro italiano delle Attività Produttive Adolfo Urso, le problematiche che attanagliano i 5800 lavoratori che ogni giorno varcano il confine italo-sammarinese per venire, dal circondario, a lavorare sul Titano. Urso ha lasciato intendere che per la prossima dichirazione dei redditi, da presentare entro il 30 giugno, non esistono margini per apporre correttivi alla doppia imposizione. Si calcola che nelle tasche di ogni frontaliere la dual tax peserà per almeno 1000 euro e che allo stato italiano in ragione della doppia imposizione entreranno circa 3 miliardi e mezzo delle vecchie lire. I frontalieri chiedono una legge ordinaria per regolamentare la fiscalità e un abbattimento superiore agli 8.000 euro attualmente previsti dalla finanziaria anche se un passo in avanti significativo potrebbe essere la ratifica della Convenzione siglata nel marzo 2002 tra Italia e San Marino. Al termine dell’incontro il Viceministro Urso ha assicurato il suo interessamento presso le istituzioni italiane preposte.
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