I frontalieri non hanno sotterrato l’ascia di guerra. Nessuna resa – avvertono – e programmano altre forme di protesta. Si stanno organizzando anche tramite passa parola ed internet. I social network fanno da cassa di risonanza al loro malcontento. Rilanciano proposte come lo sciopero dei consumi, quello fiscale, il blocco della circolazione. Qualcuno suggerisce, alle prossime elezioni, di scrivere la parola “frontaliere” sulla scheda. C’è anche chi sta sottoscrivendo la petizione dell’associazione frontalieri di Ventimiglia per il ripristino della franchigia. Si tratta perlopiù di iniziative spontanee. Il sindacato mette però in guardia dal rischio di un’azione frammentaria. Csdl e Cdls puntano ad una strategia unitaria in nome dell’equità fiscale. Per gli italiani c’è il problema della doppia imposizione e della supertassa; ma per i sammarinesi – ricorda la csu – c’è all’orizzonte il grande tema della riforma tributaria e una finanziaria che ha colpito a senso unico i redditi più bassi. La battaglia riguarda tutti. Si parte dall’attivo dei quadri. Poi si apre la campagna di sensibilizzazione nazionale del collegio sindacale interregionale. Mentre il 15 è prevista una serata pubblica con parlamentari e politici sammarinesi per parlare di sviluppo e rapporti con l’Italia, visto che il problema frontalieri è legato a doppio filo all’accordo bilaterale.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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