Tante le iniziative in tutta Italia per facilitare l’accesso alle case degli under 35. De Angelis, Affitto Assicurato: «Sono i proprietari che devono smuovere il mercato». Mezza Italia si sta mobilitando per facilitare l’accesso alla prima casa dei giovani le cui difficoltà a uscire dalla casa materna, dall’epoca del “bamboccioni” dell’ex ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa, non sono per nulla cambiate. Secondo un’indagine della Cgil, infatti, i due terzi dei ragazzi di età compresa tra i 20 e i 34 anni vivono ancora in famiglia. E le istituzioni, grazie alla spinta dei sindacati, cercano soluzioni. Lo scorso 24 febbraio, a Roma, l’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e il ministero per la Gioventù hanno presentato un fondo di 4,5 milioni di euro stanziati per 15 progetti in aree metropolitane che aiutino l’accesso all’affitto per i ragazzi italiani. Ma, se da un lato, questo stanziamento andrà a incidere sulle possibilità nelle grandi aree metropolitane italiane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trieste e Venezia), dall’altro le municipalità si stanno attrezzando per consentire a quell’80% di ragazzi under 35 che ancora vivono tra le mura della famiglia di potersi rendere autonomi. «La situazione per i giovani è particolarmente drammatica -commenta Claudio De Angelis, amministratore unico di Affitto Assicurato, società che eroga polizze assicurative sugli affitti e che sonda il polso del mercato locazioni-. Il mercato non vede i giovani come parti attive. Ne sono quasi completamente esclusi; nonostante l’affitto, fino a una decina d’anni fa, fosse il primo passo di indipendenza per i ragazzi italiani». Secondo l’indagine della Cgil/Sunia, i principali motivi che ostacolano l’uscita dal nucleo di origine sono la mancanza di un lavoro stabile (per il 40% degli intervistati) e non riuscire, a fronte del proprio reddito, a sostenere le spese per un’abitazione in affitto (il restante 40%). A fronte di una crisi così allargata, istituzioni e mercato cercano soluzioni. Come a Bolzano dove, entro la fine dell’anno, saranno consegnati i primi 60 appartamenti con programma “social housing”. In tutto, nel solo Alto Adige, dovrebbero essere realizzati secondo il programma, mille alloggi con sistema d’affitto decennale a rotazione. A Bologna è nato il portale “Bologna Homeline”, realizzato dal Comune in collaborazione con il Sunia, che permette ai proprietari e agli affittuari di accedere gratuitamente alle informazioni sul mercato affittuario cittadino. In Friuli Venezia Giulia, Regione e sindacati stanno studiando nuove soluzioni perché il voucher messo a punto per facilitare l’accesso alle case si è rivelato poco fruttifero. «Si tratta di iniziative lodevoli -dice ancora De Angelis-, che meritano apprezzamento. Ma il vero nodo della questione è sciogliere le riserve dei proprietari d’immobili. I prodotti a loro disposizione, oggi, sono molteplici e studiati proprio perché si aprano di più al mercato dando anche possibilità ai giovani di uscire da casa e di iniziare a essere indipendenti. Sono loro, i locatori, che devono inserirsi in questi canali senza ricercare sempre il massimo utile con il minimo sforzo. Così facendo, tutti ne trarrebbero vantaggi».
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