Un’ipotesi di crescita che, al 2012, sfiora il 43%, pari ad un volume dei ricavi consolidati di oltre 141 milioni di euro. E’ il primo significativo dato che emerge dal documento di programmazione del Gruppo Rimini Fiera per il prossimo quinquennio. Il piano persegue due obiettivi: quello di rafforzare le manifestazioni cosiddette “storiche” perché già consolidate, e quello di sviluppare nuovi progetti, destinando a questi ultimi 12 milioni di euro. Investimenti che nei prossimi 5 anni toccheranno in totale quota 20 milioni di euro, prevedendo anche l’alienazione di aree ritenute non strategiche e che renderanno al Gruppo 23 milioni, somma che in gran parte verrà destinata al finanziamento del nuovo Palacongressi.
Ma è sul fronte della redditività che si ottengono i migliori risultati, con un margine operativo lordo che supererà i 40 milioni di euro nel 2012, quasi il doppio di quello attuale, confermando Rimini Fiera come il quartiere dalla resa più alta in rapporto al fatturato tra quelli italiani. Nel business plan, contemplato anche l’aumento di metri quadrati netti venduti, + 25%, portando nel 2012 l’indice di riempimento all’11,4%, uno dei migliori risultati a livello europeo. Infine, capitolo indebitamento: 250 milioni di euro richiesti a suo tempo per la realizzazione del nuovo quartiere fieristico. A fine 2008 il debito si attesterà sui 34 milioni di euro, grazie ai rendimenti della gestione, per arrivare alla pressoché completa estinzione a fine 2010. “Questo documento – ha detto il Presidente di Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni – è una bussola sia per le pianificazioni future interne al Gruppo, sia per eventuali alleanze con altre realtà. A tal proposito confermata da Cagnoni la volontà di integrazione con Bologna Fiere. Le trattative per la fusione vanno avanti e Rimini attende di confrontare il proprio business plan con quello di Bologna, di prossima stesura. Le due realtà fieristiche sono comunque già unite da interessi per la co-acquisizione della Fiera di Belgrado e per l’eventuale realizzazione, su proposta di Bologna, di un quartiere fieristico a Bombay, in India.
Ma è sul fronte della redditività che si ottengono i migliori risultati, con un margine operativo lordo che supererà i 40 milioni di euro nel 2012, quasi il doppio di quello attuale, confermando Rimini Fiera come il quartiere dalla resa più alta in rapporto al fatturato tra quelli italiani. Nel business plan, contemplato anche l’aumento di metri quadrati netti venduti, + 25%, portando nel 2012 l’indice di riempimento all’11,4%, uno dei migliori risultati a livello europeo. Infine, capitolo indebitamento: 250 milioni di euro richiesti a suo tempo per la realizzazione del nuovo quartiere fieristico. A fine 2008 il debito si attesterà sui 34 milioni di euro, grazie ai rendimenti della gestione, per arrivare alla pressoché completa estinzione a fine 2010. “Questo documento – ha detto il Presidente di Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni – è una bussola sia per le pianificazioni future interne al Gruppo, sia per eventuali alleanze con altre realtà. A tal proposito confermata da Cagnoni la volontà di integrazione con Bologna Fiere. Le trattative per la fusione vanno avanti e Rimini attende di confrontare il proprio business plan con quello di Bologna, di prossima stesura. Le due realtà fieristiche sono comunque già unite da interessi per la co-acquisizione della Fiera di Belgrado e per l’eventuale realizzazione, su proposta di Bologna, di un quartiere fieristico a Bombay, in India.
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