Più del 4% della zona euro e di Rimini, più del 3,8% che è il dato nazionale italiano. L’indice dei prezzi al consumo è così alto perché scontiamo, di almeno un 1%, il rincaro dei prezzi collettivi come acqua, luce e gas. Gli aumenti più significativi, anche a San Marino, si sono verificati per trasporti, alimentari e bevande. Cresce il dato inflattivo anche per gli alcolici, dopo il rialzo dei prezzi adottato per i vini sammarinesi. A pesare maggiormente sono i rincari dei beni alimentari (+9,87) e dei trasporti (+10,55%). La frutta, in un anno è volata del 33%, gli ortaggi e i legumi del 25%. Aumenti del 6,5% anche per i pacchetti vacanze. In un anno, gli spaghetti sono aumentati del 22,4% , il filone di pane è cresciuto del 13%. Ma sono tutti i prodotti alimentari a risentire negativamente del caro-petrolio e non solo. La tensione sui prezzi degli alimentari è dovuta anche alla diffusione dell’uso industriale dei cereali per produrre carburante verde che fa salire i mangimi destinati all’alimentazione animale. Di qui la crescita del prezzo del latte, del pollame, della bistecca. Peggio è andata per i carburanti. In soli 30 giorni, il gasolio è aumentato del 5,5%. In un anno il diesel è cresciuto del 31%. La verde in trenta giorni è salita del 4,7%. Dodici mesi fa costava il 12,6% di meno.
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