Fase difficile, profonda incertezza, momento cruciale. E’ questo il vocabolario della crisi e stavolta a descrivere una situazione tutt’altro che rosea è il rapporto 2008 sul mercato del lavoro del Cnel, il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, secondo il quale l'instabilità occupazionale registrata in Italia nei primi mesi del 2009 porterà entro la fine dell'anno a una perdita di posti di lavoro tra le 350mila e le 540mila unità se misurate in forze di lavoro, e tra 620mila e le 820mila in termini di unità lavorative annue. E nella peggiore delle ipotesi il tasso di disoccupazione potrebbe attestarsi poco al di sotto 9%, più nello specifico, le tabelle indicano un range tra il 7,9%, come ipotesi ottimistica, e l'8,6% come ipotesi sfavorevole (8,3% lo scenario base). Peggio per le donne, per le quali il tasso di disoccupazione è atteso al 10% nel dato medio annuo, nello scenario base, rispetto all'8,5% del 2008, mentre per gli uomini passerebbe dal 5,5 al 7,1%.
Secondo il rapporto nell’ultimo bimestre l’utilizzo della cassa integrazione ha registrato un rallentamento, ma i livelli assoluti rimangono molto elevati a testimonianza di quanto sia profonda la crisi. Per il Cnel sono i precari i più penalizzati e il lavoro a termine sembra subire in maggior misura i processi di aggiustamento delle imprese. Gli effetti sono più intensi sulle classi di età fino a 35 anni, considerata anche la parziale copertura assicurata dal sistema di ammortizzatori sociali, che però si stanno dimostrando più efficaci del previsto nel fronteggiare la caduta dell'occupazione ed hanno evitato, almeno fino a oggi, licenziamenti di massa.
Cruciali quindi saranno gli ultimi mesi del 2009 e i primi del 2010. Solo in quel periodo si determineranno le caratteristiche e l'intensità della ripresa.
Secondo il rapporto nell’ultimo bimestre l’utilizzo della cassa integrazione ha registrato un rallentamento, ma i livelli assoluti rimangono molto elevati a testimonianza di quanto sia profonda la crisi. Per il Cnel sono i precari i più penalizzati e il lavoro a termine sembra subire in maggior misura i processi di aggiustamento delle imprese. Gli effetti sono più intensi sulle classi di età fino a 35 anni, considerata anche la parziale copertura assicurata dal sistema di ammortizzatori sociali, che però si stanno dimostrando più efficaci del previsto nel fronteggiare la caduta dell'occupazione ed hanno evitato, almeno fino a oggi, licenziamenti di massa.
Cruciali quindi saranno gli ultimi mesi del 2009 e i primi del 2010. Solo in quel periodo si determineranno le caratteristiche e l'intensità della ripresa.
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