È difficile delineare i contorni del fenomeno, fatto di molte sfaccettature. Una è quella denunciata dai sindacati: “il vero scandalo del lavoro nero è l’annullamento delle sanzioni che vanifica l’attività di controllo”. Insomma, in tribunale ci sarebbe il sistematico azzeramento delle sanzioni comminate dall’Ispettorato del Lavoro alle aziende non in regola. “A fronte di numerosi casi accertati nel 2008 - scrive la Csu - le sanzioni inflitte alle aziende responsabili sono state tutte cancellate dalla magistratura”. Questi i dati accertati forniti dall’Istituto Sicurezza Sociale: lo scorso anno i dipendenti senza avvio al lavoro con versamento contributivo a seguito di verifiche ispettive sono stati 159, mentre i datori di lavoro sanzionati, 101. In deciso calo rispetto all’anno precedente.
Nel 2007 le cause approdate in aula e sanzionate erano 299, a fronte di 166 aziende. Il trend in diminuzione viene confermato anche dai dati relativi ai primi 4 mesi di quest’anno. 34 lavoratori non in regola riconducibili a venti società. Il resto sono solo indiscrezioni, come quella che vede i settori edile e turistico fare più ricorso a prestazioni in nero. Anche in questo caso subentrano diversi fattori: il primo è che ci sono i tempi burocratici di attesa del nulla osta, che spesso cozzano con l’esigenze lavorative. Così come è altrettanto vero che “altrimenti non si lavora”, in tempi di crisi, con un rovescio della medaglia: il caso di molti lavoratori in mobilità che preferiscono non perdere questo ammortizzatore e provare altre professioni.
Giovanna Bartolucci
Nel 2007 le cause approdate in aula e sanzionate erano 299, a fronte di 166 aziende. Il trend in diminuzione viene confermato anche dai dati relativi ai primi 4 mesi di quest’anno. 34 lavoratori non in regola riconducibili a venti società. Il resto sono solo indiscrezioni, come quella che vede i settori edile e turistico fare più ricorso a prestazioni in nero. Anche in questo caso subentrano diversi fattori: il primo è che ci sono i tempi burocratici di attesa del nulla osta, che spesso cozzano con l’esigenze lavorative. Così come è altrettanto vero che “altrimenti non si lavora”, in tempi di crisi, con un rovescio della medaglia: il caso di molti lavoratori in mobilità che preferiscono non perdere questo ammortizzatore e provare altre professioni.
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