Il rapporto con l’Italia resta il nodo di tutte le questioni aperte, il punto di partenza essenziale per sciogliere una serie di nodi che oggi strozzano pesantemente l’economia. Lo hanno ribadito a chiare lettere gli imprenditori che hanno partecipato alla serata pubblica voluta dall’Osla. Molte le domande, rivolte ai Segretari di Stato agli Esteri e alle Finanze, ma tante anche le proposte. Idee per uscire da una situazione oramai insostenibile. Cercano certezze, gli imprenditori, quelle certezze che la mancata firma degli accordi con Roma fa vacillare ogni giorno di più. Rischiano in prima persona, sono costretti a rivedere tutti i piani aziendali, spesso a mettere in cassa integrazione dipendenti con i quali collaborano da decenni. Manifestano sofferenza e chiedono subito quelle intese o, in subordine, un piano B, una exit strategy, un progetto alternativo capace di dare respiro al sistema economico, anche se Tremonti non dovesse cambiare atteggiamento. Un confronto diretto, a tratti teso e polemico, ma che dimostra in tutta la sua evidenza uno stato di forte preoccupazione e, al tempo stesso, la voglia di portare un contributo. E di proposte ne sono emerse tante, che hanno riguardato i temi più caldi: la credibilità del sistema Paese, il nuovo modello di sviluppo, la capacità di tradurre le norme in atti concreti ed efficaci, la lotta ad ogni forma di abuso o distorsione, una strategia di comunicazione. Non capiscono alcune scelte, come quella che ha riguardato i frontalieri o l’abbassamento della monofase senza un effetto immediato sui consumi. E alla politica una domanda comune, chiara e a gran voce: “dove volete portare l’economia del Paese?”.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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