Che la riforma fiscale non piacesse agli artigiani non è una novità. Concetto ribadito anche ieri sera, dopo un’analisi degli articoli di legge. A storcere il naso non è solo l’Unas, ma anche l’unione commercianti. Entrambe le categorie vogliono convincere il governo a rivedere alcuni punti che ritengono penalizzanti. A partire dall’ormai nota questione dell’equità. Gli artigiani si sentono discriminati, in quanto denunciano a parità di reddito un trattamento diverso rispetto ai lavoratori dipendenti. In questa disparità – dicono – rientra anche la questione della deducibilità. Poi c’è l’aspetto legato al sistema del forfettario, non più contemplato nella nuova riforma. In vigore dall’86, è ritenuto uno strumento di semplificazione per stabilire il reddito. “Abolirlo – affermano - oltre a complicare l’attività, richiede personale in più per la gestione contabile”. La riforma fiscale – precisa il Presidente onorario dell’Unas Gianfranco Terenzi – interessa tutto il paese e non la si può liquidare senza un confronto con le categorie. E’ una legge che San Marino, nell’adempiere ai parametri internazionali, può gestire in maniera autonoma, favorendo investimenti”. Le piccole e medie imprese sono l’ossatura dell’economia. Terenzi le paragona ad una ragnatela. Invita dunque la politica a tenerle nella dovuta considerazione. “Facciamo in modo – esorta – che i giovani non trovino ostacoli. Offriamo loro una strada lavorativa diversa da quella della pubblica amministrazione”.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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