Per un carrello composto da 20 prodotti alimentari essenziali lo scontrino di una famiglia che vive in Romagna arriva fino a un valore medio di 4.130 euro all’anno. In Campania si ferma invece a 3.045. In percentuale un 25% in meno. E’ quanto risulta da un’indagine realizzata dal “Sole 24 ore” in 57 città su dati dell’Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo Economico. Nei primi 15 posti ben sei città emiliano-romagnole: da Ferrara a Forlì, da Ravenna a Bologna. Ma è Rimini a metterle tutte in fila mentre Napoli risulta all’ultimo posto.
Per arrivare a queste conclusioni il “Sole 24 ore” ha confrontato i prezzi di 20 prodotti di largo consumo. Tra questi pane, pasta, latte, caffé e olio. E le differenze che saltano fuori sono notevoli: per un kilo di pane, si legge sul quotidiano, sulla Riviera romagnola si spendono 3,75 euro, a Napoli solo 1,94. Ma è il nord in generale a confermarsi l’area più costosa del paese anche se dall’indagine si scopre che non è solo il sud la patria della convenienza. Tra i centri infatti dove il costo della vita è più contenuto spiccano le città toscane come Firenze e Grosseto e quelle di confine come Gorizia e Como. In queste città una famiglia per acquistare i beni del paniere spende mediamente in un anno dai 3.000 ai 3.400 euro, circa 1.000 in meno di che acquista a Rimini.
Altri dati interessanti: Gorizia fa concorrenza a Napoli sul parmigiano, 15,25 euro al kilo contro i 16,23; Firenze è competitiva sul burro, 7,50 contro i 9. Il caro vita infine, combinato alla crisi, finisce anche per cambiare le abitudini di consumo degli italiani: si acquistano prodotti più economici, più piatti pronti e si va molto meno al bar e ristoranti.
Piero Arcide
Per arrivare a queste conclusioni il “Sole 24 ore” ha confrontato i prezzi di 20 prodotti di largo consumo. Tra questi pane, pasta, latte, caffé e olio. E le differenze che saltano fuori sono notevoli: per un kilo di pane, si legge sul quotidiano, sulla Riviera romagnola si spendono 3,75 euro, a Napoli solo 1,94. Ma è il nord in generale a confermarsi l’area più costosa del paese anche se dall’indagine si scopre che non è solo il sud la patria della convenienza. Tra i centri infatti dove il costo della vita è più contenuto spiccano le città toscane come Firenze e Grosseto e quelle di confine come Gorizia e Como. In queste città una famiglia per acquistare i beni del paniere spende mediamente in un anno dai 3.000 ai 3.400 euro, circa 1.000 in meno di che acquista a Rimini.
Altri dati interessanti: Gorizia fa concorrenza a Napoli sul parmigiano, 15,25 euro al kilo contro i 16,23; Firenze è competitiva sul burro, 7,50 contro i 9. Il caro vita infine, combinato alla crisi, finisce anche per cambiare le abitudini di consumo degli italiani: si acquistano prodotti più economici, più piatti pronti e si va molto meno al bar e ristoranti.
Piero Arcide
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