“Non siamo teorici né accademici, e il nostro compito è rendere un servizio al Paese, affinché cambi, perché così ci è stato chiesto, ed anche, perché no, dare una scossa e non lesinare toni forti”.
Valerio De Molli, managing partner dello Studio Ambrosetti, spiega cos’è accaduto all’ultimo San Marino Forum, ed annuncia l’immediata partenza della terza fase che porterà al terzo appuntamento, nel 2009.
Di sicuro una scossa è stata data, ed alcune delle categorie hanno reagito anche duramente alle critiche “sempre costruttive”, tiene a spiegare De Molli, arrivate dal pulpito del Convegno.
“Vorremmo fosse sottolineata la profondità e la qualità del lavoro svolto”, ha detto, che ha portato alla individuazione dei 50 progetti da realizzare per il futuro di San Marino.
“Alcuni di questi – ha sottolineato – possono essere portati avanti a prescindere dalla crisi di Governo che ora purtroppo si è concretizzata”. Qualche esempio: far diventare San Marino uno Stato bilingue, migliorare la qualità delle strutture ricettive, burocrazia al minimo per l’apertura di una società, in massimo 24 ore, attrarre cervelli, trovare le giuste location per mostre permanenti d’arte. E a tal proposito ricorda che il Guggenheim, che in una città come New York muove 60 milioni di dollari, ha dato la disponibilità per realizzare qualcosa a San Marino.
“Ma il primo passo – dice De Molli – è la condivisione bipartisan del progetto. Poi, come per ogni grande cambiamento, arriveranno assenso e dissenso, come è normale che sia. Ma abbiamo voluto confrontarci con la leadership del Paese proprio per ottenere la condivisione”.
Carlo Giorgi, Segretario Generale dell’ANIS, ha sottolineato come Ambrosetti sia riuscito ad analizzare il sistema Paese facendo emergere numeri e statistiche che mai si erano visti: “E’ evidente – ha aggiunto – che noi non saremo mai il Principato di Monaco o Dubai, ma darsi degli obiettivi a lunga scadenza è importante”.
Valerio De Molli, managing partner dello Studio Ambrosetti, spiega cos’è accaduto all’ultimo San Marino Forum, ed annuncia l’immediata partenza della terza fase che porterà al terzo appuntamento, nel 2009.
Di sicuro una scossa è stata data, ed alcune delle categorie hanno reagito anche duramente alle critiche “sempre costruttive”, tiene a spiegare De Molli, arrivate dal pulpito del Convegno.
“Vorremmo fosse sottolineata la profondità e la qualità del lavoro svolto”, ha detto, che ha portato alla individuazione dei 50 progetti da realizzare per il futuro di San Marino.
“Alcuni di questi – ha sottolineato – possono essere portati avanti a prescindere dalla crisi di Governo che ora purtroppo si è concretizzata”. Qualche esempio: far diventare San Marino uno Stato bilingue, migliorare la qualità delle strutture ricettive, burocrazia al minimo per l’apertura di una società, in massimo 24 ore, attrarre cervelli, trovare le giuste location per mostre permanenti d’arte. E a tal proposito ricorda che il Guggenheim, che in una città come New York muove 60 milioni di dollari, ha dato la disponibilità per realizzare qualcosa a San Marino.
“Ma il primo passo – dice De Molli – è la condivisione bipartisan del progetto. Poi, come per ogni grande cambiamento, arriveranno assenso e dissenso, come è normale che sia. Ma abbiamo voluto confrontarci con la leadership del Paese proprio per ottenere la condivisione”.
Carlo Giorgi, Segretario Generale dell’ANIS, ha sottolineato come Ambrosetti sia riuscito ad analizzare il sistema Paese facendo emergere numeri e statistiche che mai si erano visti: “E’ evidente – ha aggiunto – che noi non saremo mai il Principato di Monaco o Dubai, ma darsi degli obiettivi a lunga scadenza è importante”.
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