I dipendenti di Bsm hanno già fatto la loro parte per ridurre il costo del personale. Sono gli stessi lavoratori a sottolinearlo. Chiedono ai vertici di fermarsi dopo il recesso dai contratti integrativi e di trovare un'intesa per arrivare a un accordo sindacale. A metà giornata l'assemblea nella sede della Csu insieme ai rappresentanti delle due sigle sindacali.
Sono circa 140 i lavoratori interessati, in un settore che, nel complesso, ne conta 540. Nei contratti integrativi ci sono elementi come una copertura sanitaria aggiuntiva, un fondo pensione e forme di indennità per anzianità di servizio. Per i sindacati c'è stato anche un mancato rispetto di norme stabilite dal contratto nazionale. La Csu parla di recessi contro la legge e auspica un ritiro dei stessi. Una volta che saranno trasformati in disdette, spiega, si potrà passare alla trattativa.
"Nell'ambito di un accordo di marzo 2016 - spiega Patrick Mularoni, componente della Rsa - i dipendenti hanno già fatto sacrifici. E' stata favorita la riduzione strutturale del costo del personale, con 15 colleghi che sono usciti dall'azienda". Ma allo stesso tempo, i lavoratori parlano di costi che "hanno avuto una crescita apparentemente incontrollata: costi di direzione e per consulenze e governance".
I lavoratori dicono di avere a cuore la loro impresa e sono disponibili al dialogo da subito. Sempre oggi, l'incontro tra Csu, dipendenti e una delegazione di Governo composta dai Segretari di Stato al Lavoro, alle Finanze e agli Esteri. L'esecutivo, si legge in una nota, porterà le questioni all'attenzione del management. Fissato per venerdì un tavolo di confronto con banche, Anis e sindacati. Il Governo punta a favorire il confronto e invita tutti alla responsabilità e alla consapevolezza, avendo come priorità quella di contenere i costi evitando riduzioni del personale. Tutto ciò in un comparto che non è più quello di un tempo.
Mauro Torresi
Intervista a Patrick Mularoni, dipendente Bsm e componente della Rsa
Sono circa 140 i lavoratori interessati, in un settore che, nel complesso, ne conta 540. Nei contratti integrativi ci sono elementi come una copertura sanitaria aggiuntiva, un fondo pensione e forme di indennità per anzianità di servizio. Per i sindacati c'è stato anche un mancato rispetto di norme stabilite dal contratto nazionale. La Csu parla di recessi contro la legge e auspica un ritiro dei stessi. Una volta che saranno trasformati in disdette, spiega, si potrà passare alla trattativa.
"Nell'ambito di un accordo di marzo 2016 - spiega Patrick Mularoni, componente della Rsa - i dipendenti hanno già fatto sacrifici. E' stata favorita la riduzione strutturale del costo del personale, con 15 colleghi che sono usciti dall'azienda". Ma allo stesso tempo, i lavoratori parlano di costi che "hanno avuto una crescita apparentemente incontrollata: costi di direzione e per consulenze e governance".
I lavoratori dicono di avere a cuore la loro impresa e sono disponibili al dialogo da subito. Sempre oggi, l'incontro tra Csu, dipendenti e una delegazione di Governo composta dai Segretari di Stato al Lavoro, alle Finanze e agli Esteri. L'esecutivo, si legge in una nota, porterà le questioni all'attenzione del management. Fissato per venerdì un tavolo di confronto con banche, Anis e sindacati. Il Governo punta a favorire il confronto e invita tutti alla responsabilità e alla consapevolezza, avendo come priorità quella di contenere i costi evitando riduzioni del personale. Tutto ciò in un comparto che non è più quello di un tempo.
Mauro Torresi
Intervista a Patrick Mularoni, dipendente Bsm e componente della Rsa
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