La Csu torna sulla questione del taglio lineare di orario – da 36 a 35 ore – per i dipendenti pubblici con conseguente riduzione di stipendio di circa il 2,5% uguale per tutti. “Un atto controproducente e discriminatorio”, lo definiscono le Federazioni Pubblico Impiego CSdL e CDLS. “Adottare ulteriori tagli in un piccolo paese come il nostro – sottolineano - avrebbe ulteriori effetti negativi sulla liquidità negli istituti bancari, e avrebbe un risultato negativo anche a livello fiscale”. Per i sindacati “la proposta non ha nessun carattere di progressività, ed è pari all’ammontare di 4 ore di lavoro mensili per tutti, indistintamente. Ricordiamo – concludono - poi che il settore non rinnova il contratto economico da quasi 10 anni e che, a causa di ciò, ha perso circa il 10% del potere di acquisto”.
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