Nato a Firenze e scomparso a Roma il 12 gennaio 1991, Vasco Pratolini proveniva da una famiglia di operai e questo ne influenzò profondamente la visione politica, aderente al socialismo, e la poetica. Compie studi irregolari e ben presto è costretto ad andare a lavorare. Lavora come operaio in una bottega di tipografi, ma anche come cameriere, venditore ambulante e rappresentate. Questi anni gli daranno infatti la possibilità di osservare la vita di quelle persone comuni che poi diventeranno le protagoniste dei suo romanzi.
Vasco Pratolini si trasferisce intanto a Roma dove nel 1941 pubblica il suo primo romanzo "Il tappeto verde". Partecipa attivamente alla resistenza e, dopo un breve periodo a Milano dove lavora come giornalista, si trasferisce a Napoli dove rimane fino al 1951. Alla pubblicazione di romanzi, tra cui vanno ricordati "Cronaca familiare" (1947), "Un eroe del nostro tempo" (1949) e "Metello" (1955), alternò diverse collaborazioni giornalistiche con le principali riviste letterarie del tempo, su tutti Il Politecnico di Elio Vittorini.
I suoi romanzi vengono definiti neorealisti per la capacità di descrivere la gente, il quartiere, il mercato e la vita fiorentina con perfetta aderenza alla realtà. Con il suo stile semplice, Pratolini descrive il mondo che lo circonda, rievoca i ricordi della sua vita in Toscana e i drammi familiari. Spesso i protagonisti dei romanzi di Pratolini sono ritratti in condizioni di miseria e di infelicità, ma sono tutti animati dalla convinzione e dalla speranza di potersi affidare alla solidarietà collettiva.
Legò il proprio nome ad alcuni capolavori del neorealismo cinematografico, collaborando alla sceneggiatura di Paisà di Roberto Rossellini, Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy.
Vasco Pratolini si trasferisce intanto a Roma dove nel 1941 pubblica il suo primo romanzo "Il tappeto verde". Partecipa attivamente alla resistenza e, dopo un breve periodo a Milano dove lavora come giornalista, si trasferisce a Napoli dove rimane fino al 1951. Alla pubblicazione di romanzi, tra cui vanno ricordati "Cronaca familiare" (1947), "Un eroe del nostro tempo" (1949) e "Metello" (1955), alternò diverse collaborazioni giornalistiche con le principali riviste letterarie del tempo, su tutti Il Politecnico di Elio Vittorini.
I suoi romanzi vengono definiti neorealisti per la capacità di descrivere la gente, il quartiere, il mercato e la vita fiorentina con perfetta aderenza alla realtà. Con il suo stile semplice, Pratolini descrive il mondo che lo circonda, rievoca i ricordi della sua vita in Toscana e i drammi familiari. Spesso i protagonisti dei romanzi di Pratolini sono ritratti in condizioni di miseria e di infelicità, ma sono tutti animati dalla convinzione e dalla speranza di potersi affidare alla solidarietà collettiva.
Legò il proprio nome ad alcuni capolavori del neorealismo cinematografico, collaborando alla sceneggiatura di Paisà di Roberto Rossellini, Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy.
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