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Sale: quello dell'Himalaya costa 19 volte in più, Italia costretta a svenderlo

9 dic 2018
sale Himalayano
sale Himalayano
Il sale Himalayano dal caratteristico coloro rosato arriva a valere 50 euro al chilogrammo, mentre il migliore sale italiano marino costa mediamente 3 euro al kg. È quanto lamenta Giampietro Comolli, esperto di food&wine economy e ricercatore sul sale.

Il sale italiano da tavola, spiega l'analista, ''ha caratteristiche particolari, sia esso marino o salgemma come quello di Volterra, ed è ingrediente indispensabile di stranote produzioni Dop come il Prosciutto di Parma, di Modena e di San Daniele. Non può perciò essere oggetto finanziario, una mera commodity, ma strategico per l'Italia, quindi da tutelare, da controllare, da certificare''. Le diverse saline italiane, di mare e di miniera, circa 15 in totale fra operanti e dismesse temporaneamente, potrebbero produrre, stima Comolli, 4-5 milioni di tonnellate l'anno, mentre la reale produttività si attesta su 2-2,4 milioni di tonnellate, di cui 1 milione per uso stradale anti ghiaccio, 1 mio per uso chimico industriale 240/280mila tonnellate per uso alimentare farmaceutico, cosmetico, terapeutico.

Il sale italiano vale 125-135 milioni di euro l'anno all'origine, che diventano circa 200 milioni di euro come fatturato finale al consumo. L'Italia sta inoltre rischiando di far passare in mani straniere le saline di Margherita di Savoia, in Puglia, le più grandi d'Europa con 500 ettari vasche. ''Un altro esempio di poco interesse nazionale - conclude Comolli - per l'incapacità di riconoscere il valore strategico nazionale di una commodity soprattutto legata a made in Italy e turismo enogastronomico''.

fm

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