Sono giornate frenetiche per la politica. Martedì 11 scatta la prima scadenza elettorale: coalizioni, liste, simboli e programmi di Governo dovranno essere depositati entro mezzogiorno, accompagnati dalla dichiarazione dei redditi dei candidati ed eventuali partecipazioni societarie.
Il 21 scadrà il termine per la verifica da parte della Commissione Elettorale. Il 31 si aprirà la campagna. Non tutti hanno chiuso il programma di Governo e alcune liste sono ancora aperte, legate a doppio filo al vincolo delle quote rosa. Perché il rispetto del voto di genere ha scombinato le carte a più di una Lista, mettendo in forse candidature maschili. Ieri sera si è riunita l'assemblea allargata della Lista Sammarinesi. In forse la candidatura di Maria Luisa Berti che si è presa ancora qualche giorno per pensarci. Il gap di genere apre riflessioni sulle difficoltà oggettive delle donne a partecipare alle attività politiche tradizionali. Uno dei grandi ostacoli è infatti la difficoltà nel conciliare tempi della politica tipicamente maschili con quelli familiari e professionali. “Le quote rosa non sono la soluzione al problema perché agiscono sull'effetto, non sulla causa”, dice Elena Tonnini, in corsa con Democrazia in Movimento. “Sono un limite più che un'opportunità, come del resto la preferenza unica”, aggiunge Maria Luisa Berti, di “San Marino Prima di Tutto”. Mimma Zavoli, che si ricandiderà nella Coalizione Adesso.sm, guarda agli step successivi: “pensare solo alla riorganizzazione dei tempi della politica è riduttivo, anzi, rischia di smorzare la problematica di fondo. C'è una condizione culturale forte da superare, che richiede l'impegno di tutti, politiche sociali e nuovi atteggiamenti.” Più delle regole, quindi, incide la cultura. Il nord Europa insegna: ai primi posti nella classifica dei parlamenti più rosa ci sono proprio quei Paesi che non hanno avuto bisogno di inserire le quote per legge.
Il 21 scadrà il termine per la verifica da parte della Commissione Elettorale. Il 31 si aprirà la campagna. Non tutti hanno chiuso il programma di Governo e alcune liste sono ancora aperte, legate a doppio filo al vincolo delle quote rosa. Perché il rispetto del voto di genere ha scombinato le carte a più di una Lista, mettendo in forse candidature maschili. Ieri sera si è riunita l'assemblea allargata della Lista Sammarinesi. In forse la candidatura di Maria Luisa Berti che si è presa ancora qualche giorno per pensarci. Il gap di genere apre riflessioni sulle difficoltà oggettive delle donne a partecipare alle attività politiche tradizionali. Uno dei grandi ostacoli è infatti la difficoltà nel conciliare tempi della politica tipicamente maschili con quelli familiari e professionali. “Le quote rosa non sono la soluzione al problema perché agiscono sull'effetto, non sulla causa”, dice Elena Tonnini, in corsa con Democrazia in Movimento. “Sono un limite più che un'opportunità, come del resto la preferenza unica”, aggiunge Maria Luisa Berti, di “San Marino Prima di Tutto”. Mimma Zavoli, che si ricandiderà nella Coalizione Adesso.sm, guarda agli step successivi: “pensare solo alla riorganizzazione dei tempi della politica è riduttivo, anzi, rischia di smorzare la problematica di fondo. C'è una condizione culturale forte da superare, che richiede l'impegno di tutti, politiche sociali e nuovi atteggiamenti.” Più delle regole, quindi, incide la cultura. Il nord Europa insegna: ai primi posti nella classifica dei parlamenti più rosa ci sono proprio quei Paesi che non hanno avuto bisogno di inserire le quote per legge.
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