La legge sulla doppia professione medica, quella pubblica e quella privata. Mentre il più grande sciopero che la storia sindacale ricordi, si stava consumando sul Pianello e tra le strade circostanti, visto che la metà dei manifestanti non era riuscita a entrare nella piazza perché troppo piena, sapete di cosa si stava discutendo nell’aula consiliare? Si votavano gli articoli della legge (già approvata in Commissione Consiliare quarta a colpi di maggioranza) detta dell’intramoenia o intramuraria, per dare
ordine a un vecchio privilegio che lo Stato riconosceva già alla classe medica sammarinese. Ma andiamo per ordine, nel 1991, venne emesso il decreto n° 153 che permetteva ai medici di esercitare attività di consulenza e consulto al di fuori dell’orario di lavoro in regime di attività intramuraria (cioè all’interno dei locali ISS o strutture private giuridicamente riconosciute). Tutto qui. Mancava un regolamento serio, che desse norme chiare e certe, stabilisse i limiti degli interventi professionali al di fuori del normale orario di lavoro, quantificasse le percentuali da versare per l’affitto di strutture e/o macchinari di proprietà ISS, certificasse chi e come dovevano essere effettuati i controlli, ecc. ecc. Bisognava dare un vestito di legalità ad una norma borderline che dava e non dava piena libertà di accesso alla professione privata al personale
sanitario. Ora con questa legge, in fase di approvazione, tutto potrà tornare nell’alveo della correttezza e della chiarezza. Se prima c’era un dubbio e ognuno agiva con silente discrezione, oggi (a legge approvata) ogni dipendente del Corpo Sanitario medico e non medico dell’ISS, previa domanda agli uffici competenti, potrà tranquillamente rimpinguare il suo lauto stipendio aggiungendo attività professionali extra al di fuori del normale orario di lavoro. Tutto questo in barba alla norma cardine che ha tenuto in piedi il sistema della Pubblica Amministrazione e cioè il concetto di incompatibilità, per cui ogni impiegato, ogni salariato, ogni persona assunta a qualsiasi titolo dallo Stato, non può esercitare alcuna forma di lavoro al di fuori di quello che sta già prestando come dipendente PA. Questa semplicissima norma ha permesso di mantenere in piedi il “sistema San Marino” impedendo rivalità, soprusi, tensioni sociali, ingiusta concorrenza e via dicendo. La
legge non è stata ancora approvata e già alcune categorie professionali in campo sanitario hanno cominciato a protestare, vedi i dentisti e i veterinari che, giustamente, rivendicano tutela e il rischio, neanche tanto remoto, della concorrenza sleale da parte di chi ha già uno stipendio e a tempo perso può esercitare a
pagamento chiudendo di fatto il binario della corretta concorrenza. Per non parlare poi di altre categorie di professionisti e lavoratori della PA (avvocati, ingegneri, architetti, geometri, commercialisti, impiegati, elettricisti, meccanici, ecc. ecc.) che già mugugnano pensando che non è giusto che qualcuno possa avere il doppio lavoro mentre altre categorie non possano, legalmente, arrotondare il proprio stipendio. Più di una domanda dettata dal buon senso sgorga spontanea: ”ma vi sembra il caso, con questi chiari di luna, di mettere i lavoratori uno contro l’altro e metterli tutti contro lo Stato? Vi sembra il caso, in questo momento di crisi,
di mettere mano ad un provvedimento di legge che permetterà a qualcuno di esercitare il doppio lavoro quando c’è gente che il lavoro non ce l’ha per niente? Come mai tutta questa fretta per approvare questa legge, facendo perdere intere giornate di lavori Consiliari, solo per dispensare un privilegio? Non si poteva fare in altro momento, con acque più tranquille e dando spazio a provvedimenti ben più urgenti?” Per non parlare poi dei controlli, dell’apparato che dovrà essere messo in piedi per verificare che la legge venga rispettata e che nessuno ne approfitti per i propri tornaconti, dei soldi che bisognerà spendere per mantenere
in ordine le strutture e le tecnologie che lo Stato dovrà fornire, della vigilanza perché il sistema pubblico dell’ISS funzioni e non subisca contraccolpi negativi da queste pratiche professionali private e via dicendo. Sinistra Unita, giudicando questa legge profondamente ingiusta e sbagliata nei sui principi di base, ha deciso di considerarla inemendabile per cui ha rinunciato a presentare emendamenti ed ha votato contro a tutti gli
articoli della legge. In attesa di tutti gli effetti negativi che si produrranno nell’esercizio di questo provvedimento di legge discriminante, invitiamo i cittadini a riflettere sull’operato di questo governo che pensa di più a tutelare e proteggere i privilegi di qualcuno invece di pensare a garantire i diritti violati di tutti.
ordine a un vecchio privilegio che lo Stato riconosceva già alla classe medica sammarinese. Ma andiamo per ordine, nel 1991, venne emesso il decreto n° 153 che permetteva ai medici di esercitare attività di consulenza e consulto al di fuori dell’orario di lavoro in regime di attività intramuraria (cioè all’interno dei locali ISS o strutture private giuridicamente riconosciute). Tutto qui. Mancava un regolamento serio, che desse norme chiare e certe, stabilisse i limiti degli interventi professionali al di fuori del normale orario di lavoro, quantificasse le percentuali da versare per l’affitto di strutture e/o macchinari di proprietà ISS, certificasse chi e come dovevano essere effettuati i controlli, ecc. ecc. Bisognava dare un vestito di legalità ad una norma borderline che dava e non dava piena libertà di accesso alla professione privata al personale
sanitario. Ora con questa legge, in fase di approvazione, tutto potrà tornare nell’alveo della correttezza e della chiarezza. Se prima c’era un dubbio e ognuno agiva con silente discrezione, oggi (a legge approvata) ogni dipendente del Corpo Sanitario medico e non medico dell’ISS, previa domanda agli uffici competenti, potrà tranquillamente rimpinguare il suo lauto stipendio aggiungendo attività professionali extra al di fuori del normale orario di lavoro. Tutto questo in barba alla norma cardine che ha tenuto in piedi il sistema della Pubblica Amministrazione e cioè il concetto di incompatibilità, per cui ogni impiegato, ogni salariato, ogni persona assunta a qualsiasi titolo dallo Stato, non può esercitare alcuna forma di lavoro al di fuori di quello che sta già prestando come dipendente PA. Questa semplicissima norma ha permesso di mantenere in piedi il “sistema San Marino” impedendo rivalità, soprusi, tensioni sociali, ingiusta concorrenza e via dicendo. La
legge non è stata ancora approvata e già alcune categorie professionali in campo sanitario hanno cominciato a protestare, vedi i dentisti e i veterinari che, giustamente, rivendicano tutela e il rischio, neanche tanto remoto, della concorrenza sleale da parte di chi ha già uno stipendio e a tempo perso può esercitare a
pagamento chiudendo di fatto il binario della corretta concorrenza. Per non parlare poi di altre categorie di professionisti e lavoratori della PA (avvocati, ingegneri, architetti, geometri, commercialisti, impiegati, elettricisti, meccanici, ecc. ecc.) che già mugugnano pensando che non è giusto che qualcuno possa avere il doppio lavoro mentre altre categorie non possano, legalmente, arrotondare il proprio stipendio. Più di una domanda dettata dal buon senso sgorga spontanea: ”ma vi sembra il caso, con questi chiari di luna, di mettere i lavoratori uno contro l’altro e metterli tutti contro lo Stato? Vi sembra il caso, in questo momento di crisi,
di mettere mano ad un provvedimento di legge che permetterà a qualcuno di esercitare il doppio lavoro quando c’è gente che il lavoro non ce l’ha per niente? Come mai tutta questa fretta per approvare questa legge, facendo perdere intere giornate di lavori Consiliari, solo per dispensare un privilegio? Non si poteva fare in altro momento, con acque più tranquille e dando spazio a provvedimenti ben più urgenti?” Per non parlare poi dei controlli, dell’apparato che dovrà essere messo in piedi per verificare che la legge venga rispettata e che nessuno ne approfitti per i propri tornaconti, dei soldi che bisognerà spendere per mantenere
in ordine le strutture e le tecnologie che lo Stato dovrà fornire, della vigilanza perché il sistema pubblico dell’ISS funzioni e non subisca contraccolpi negativi da queste pratiche professionali private e via dicendo. Sinistra Unita, giudicando questa legge profondamente ingiusta e sbagliata nei sui principi di base, ha deciso di considerarla inemendabile per cui ha rinunciato a presentare emendamenti ed ha votato contro a tutti gli
articoli della legge. In attesa di tutti gli effetti negativi che si produrranno nell’esercizio di questo provvedimento di legge discriminante, invitiamo i cittadini a riflettere sull’operato di questo governo che pensa di più a tutelare e proteggere i privilegi di qualcuno invece di pensare a garantire i diritti violati di tutti.
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