Sulle istanze a tema bancario le posizioni fra maggioranza ed opposizione per la prima volta si allineano. L'Aula approva all'unanimità le istanze per la costituzione della centrale rischi e la comunicazione dell’elenco dei grandi debitori e dei grandi rischi delle banche. Celli ricorda l'impegno del Governo in assestamento di bilancio: era stata indicato per l'attivazione della centrale Rischi la data del 30 settembre. L'uscita di scena di Savorelli – spiega però il Segretario alle Finanze – dilaterà i tempi. L'indicazione del Governo è per l'accoglimento dell'istanza, e Celli lascia libertà di espressione sulla comunicazione dei grandi debitori e rischi delle banche. Con la raccomandazione ad agire con prudenza: servono approfondimenti e verifiche, con il coinvolgimento del garante della privacy. “Si dà libertà di voto - dice Iro Belluzzi - come con i temi etici”. Una decisione insolita anche per Denise Bronzetti, con il fine “di non inasprire il clima sapendo che ci sono posizioni diverse in maggioranza su questo tema”. Sulla centrale rischi l'opposizione vuole vederci chiaro. Perché – chiede Roberto Ciavatta - Banca Centrale ha deciso di non attivarla nonostante gli impegni con Bankitalia? C'erano posizioni da tutelare? Rete legge quindi un odg a firma anche dalle altre forze di minoranza in cui si chiede a Banca Centrale di fornire in seduta segreta della Commissione Finanze lo storico delle posizioni dei grandi debitori da marzo 2016 ad oggi. Per Roberto Giorgetti la Centrale Rischi non è la panacea di tutti i mali. Basta guardare in Italia dove è attiva da tempo. E' utile e necessaria – spiega - ma non avrebbe impedito agli istituti di concedere i crediti in modo allegro. “Utile in ottica di scambio informazione e internazionalizzazione del sistema – gli fa eco Luca Boschi - ma non sufficiente per evitare i problemi del sistema, e non deve essere l'alibi per le banche che hanno concesso crediti senza opportune garanzie”. “La Centrale Rischi è fondamentale”, afferma invece Marco Gatti.
Dando la possibilità alle banche di valutare coerentemente l'erogazione del credito, avrebbe fatto sì che anche le svalutazioni prudenziali avessero una loro coerenza. “È stata chiusa una banca”, ricorda e promette: vogliamo andare fino in fondo rispetto alle responsabilità di Grais. Voce fuori dal coro quella di Capicchioni. Per l'ex segretario alle Finanze la Centrale Rischi può creare problemi alle nostre imprese. “Approviamola pure, poi vedremo – dice - se un'azienda con centinaia di dipendenti si troverà in difficoltà perché le si chiede il rientro”. Alessandro Mancini non ha dubbi: “siamo arrivati lunghi”, anche per il memorandum con Bankitalia, “sul cui sito c'è scritto – ricorda Pedini Amati - che ci si sarebbe attivati per renderla operativa entro il 2016.
Per Morganti con la centrale rischi ci si apre alla piena e totale trasparenza, confrontando i propri dati con il resto d'Europa. “Si entra in un meccanismo per cui le autorità di vigilanza europee determinano gli stati di crisi o la possibile insolvenza addirittura di un paese. Il nostro sistema era pronto per poterlo fare? Prudenza andava adottata”. L'Aula torna invece a dividersi sull'odg dell'opposizione per le posizioni dei grandi debitori da marzo 2016. Celli invita a stabilire, prima, le regole d'ingaggio. "Ha più senso – dice - individuare il perimetro dei grandi rischi e dei grandi debitori". Giorgetti esprime le perplessità della maggioranza: “Vogliamo tutelare la credibilità del sistema. Siamo preoccupati del messaggio negativo dentro e fuori confine. Se il problema – aggiunge - è quello di fare chiarezza su qualche caso in particolare, vedi Confuorti o chi per lui, siamo pronti a ragionare”. La minoranza non ci sta. Lo ritiene una retromarcia per paura, un voler coprire. In votazione segreta l'odg viene bocciato con 25 voti contrari, 19 favorevoli e 2 astenuti. Si parla poi di carburanti e prodotti energetici. Ad ispirare le cinque istanze la volontà di regolamentare il settore. Senza controlli – scrivono gli istanti – si crea concorrenza sleale. Il governo si sta adoperando con gruppi di lavoro – dice Celli – e c'è disponibilità ad aprire un confronto. Sono però richieste che vanno affrontate con un approccio più organico. L'opposizione spinge, invece, per l'approvazione di tutte. Alla fine passano con 52 voti la richiesta di adeguata comparazione dei prodotti ad imposta speciale agevolata al reale fabbisogno della Repubblica e delle aziende che ne usufruiscono e con 50 sì l'istanza che chiede di far conoscere quante leggi, decreti e regolamenti riguardano il settore carburanti e prodotti energetici.
Dando la possibilità alle banche di valutare coerentemente l'erogazione del credito, avrebbe fatto sì che anche le svalutazioni prudenziali avessero una loro coerenza. “È stata chiusa una banca”, ricorda e promette: vogliamo andare fino in fondo rispetto alle responsabilità di Grais. Voce fuori dal coro quella di Capicchioni. Per l'ex segretario alle Finanze la Centrale Rischi può creare problemi alle nostre imprese. “Approviamola pure, poi vedremo – dice - se un'azienda con centinaia di dipendenti si troverà in difficoltà perché le si chiede il rientro”. Alessandro Mancini non ha dubbi: “siamo arrivati lunghi”, anche per il memorandum con Bankitalia, “sul cui sito c'è scritto – ricorda Pedini Amati - che ci si sarebbe attivati per renderla operativa entro il 2016.
Per Morganti con la centrale rischi ci si apre alla piena e totale trasparenza, confrontando i propri dati con il resto d'Europa. “Si entra in un meccanismo per cui le autorità di vigilanza europee determinano gli stati di crisi o la possibile insolvenza addirittura di un paese. Il nostro sistema era pronto per poterlo fare? Prudenza andava adottata”. L'Aula torna invece a dividersi sull'odg dell'opposizione per le posizioni dei grandi debitori da marzo 2016. Celli invita a stabilire, prima, le regole d'ingaggio. "Ha più senso – dice - individuare il perimetro dei grandi rischi e dei grandi debitori". Giorgetti esprime le perplessità della maggioranza: “Vogliamo tutelare la credibilità del sistema. Siamo preoccupati del messaggio negativo dentro e fuori confine. Se il problema – aggiunge - è quello di fare chiarezza su qualche caso in particolare, vedi Confuorti o chi per lui, siamo pronti a ragionare”. La minoranza non ci sta. Lo ritiene una retromarcia per paura, un voler coprire. In votazione segreta l'odg viene bocciato con 25 voti contrari, 19 favorevoli e 2 astenuti. Si parla poi di carburanti e prodotti energetici. Ad ispirare le cinque istanze la volontà di regolamentare il settore. Senza controlli – scrivono gli istanti – si crea concorrenza sleale. Il governo si sta adoperando con gruppi di lavoro – dice Celli – e c'è disponibilità ad aprire un confronto. Sono però richieste che vanno affrontate con un approccio più organico. L'opposizione spinge, invece, per l'approvazione di tutte. Alla fine passano con 52 voti la richiesta di adeguata comparazione dei prodotti ad imposta speciale agevolata al reale fabbisogno della Repubblica e delle aziende che ne usufruiscono e con 50 sì l'istanza che chiede di far conoscere quante leggi, decreti e regolamenti riguardano il settore carburanti e prodotti energetici.
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