Nel 1975 a Helsinki, i Capi di Stato e di governo di 35 Paesi ratificarono il punto culminante del processo di distensione avviato negli anni 60. L'atto finale rappresentava un denominatore comune fra gli interessi dell'Est e dell'Ovest. Con quegli accordi furono riconosciute e accettate le frontiere esistenti tra gli Stati europei – compresa quella che divideva la Germania in due entità politiche distinte – e, in cambio dell'implicito riconoscimento del dominio sovietico in Europa orientale, l'Urss si impegnò al rispetto dei diritti umani. Un risultato straordinario, per l'epoca, che vide San Marino e il blocco dei Paesi neutrali, giocare un ruolo di mediazione importantissimo. Oggi, Giuseppe Della Balda che del governo sammarinese dell'epoca faceva parte, invita a ritrovare lo “spirito di Helsinki” rammaricandosi del silenzio calato su questo quarantesimo. Ritornare allo “spirito di Helsinki”, per Della Balda, potrebbe generare un nuovo patto, una nuova dichiarazione che impegni una platea più ampia di Stati anche per restituire alla politica il ruolo al quale non ci si può sottrarre delegando ai tecnici ciò che va impostato direttamente con la forza della volontà, nella ricerca della pace.
Nel video l'intervista a Giuseppe Della Balda
Sonia Tura
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