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Caso Ruby: l'affondo di Bagnasco

24 gen 2011
“La collettività guarda sgomenta gli attori della scena pubblica, e respira un evidente disagio morale”. E’ iniziata così la prolusione del presidente Cei Angelo Bagnasco, al Consiglio episcopale permanente di Ancona. Con un riferimento piuttosto esplicito, e critico, ai protagonisti del caso Ruby. “Bisogna che il nostro Paese superi, in modo rapido e definitivo – ha detto Bagnasco -, la convulsa fase che vede miscelarsi in modo sempre più minaccioso la debolezza etica con la fibrillazione politica e istituzionale. Si moltiplicano notizie che riferiscono di comportamenti contrari al pubblico decoro e si esibiscono squarci - veri o presunti - di stili non compatibili con la sobrietà e la correttezza, mentre qualcuno si chiede a cosa sia dovuta l'ingente mole di strumenti di indagine”. Sul fronte giudiziario - nel frattempo - proseguono le schermaglie tra accusa e difesa. Il team dei legali del Premier ha consegnato alla Procura di Milano gli esiti delle indagini difensive, che conterrebbero numerose testimonianze di ospiti alle cene di Arcore. Decine di pagine che i PM analizzeranno nei prossimi giorni. Ma la Procura conferma: verrà chiesto il processo con rito immediato con la contestazione dei reati di concussione e prostituzione minorile. Seconda audizione, intanto, per la escort Nadia Macrì: una delle principali accusatrici del Presidente del Consiglio. Il nuovo interrogatorio arriva dopo i riscontri fatti dagli inquirenti, ai quali le dichiarazioni della donna non erano sembrate lineari.

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