Con l'elezione alla segreteria del Partito di Marina Lazzarini si è concluso ieri il Congresso del PSD. Messi da parte, almeno per il momento, i dissidi interni si guarda al futuro del Partito. Standing ovation, al Teatro Titano, per il segretario uscente Gerardo Giovagnoli.
Alla fine si è fatto da parte, Gerardo Giovagnoli, ma non è mancata un'ultima stoccata prima del passaggio di consegne a Marina Lazzarini. L'ultimo atto di un Congresso iniziato in un momento di forte fibrillazione del Partito, se non di vera e propria spaccatura. E quello di Giovagnoli è stato un messaggio chiaro: stop ai personalismi.
"Sono stati 4 anni intensi, ha detto poi l'ex segretario. Abbiamo traghettato il Partito da una posizione di isolamento ad una di centralità". In tutti gli interventi dei big – del resto - è stata rivendicata la giustezza della scelta di Governo, della grande alleanza per far fronte ad una fase critica per il Paese. Non è mancata, comunque, un'autocritica. "Abbiamo peccato di superficialità – ha detto Giovagnoli – nel non spiegare meglio ai cittadini l'esigenza di fare riforme anche dolorose ma necessarie". Un difetto di comunicazione. E' un momento cruciale per il PSD, una grande sfida per il nuovo segretario. Nel video l'intervista al segretario uscente Gerardo Giovagnoli
Gianmarco Morosini
Nella mozione conclusiva del Congresso vengono confermate le ragioni della scelta elettorale e di Governo del PSD, l'alleanza con le liste di PDCS-NS ed AP. Apprezzata la disponibilità a superare le incomprensioni del recente passato espressa dal segretario del Partito Socialista, così come i segnali positivi venuti dalle forze di opposizione intervenute. Ribadita, infine, la volontà di promuovere la costruzione di un grande movimento riformista, laico, liberale e democratico che abbia un orizzonte più ampio delle culture di matrice socialista e che guidi il Paese sulla strada dello sviluppo e dell'integrazione europea.
Alla fine si è fatto da parte, Gerardo Giovagnoli, ma non è mancata un'ultima stoccata prima del passaggio di consegne a Marina Lazzarini. L'ultimo atto di un Congresso iniziato in un momento di forte fibrillazione del Partito, se non di vera e propria spaccatura. E quello di Giovagnoli è stato un messaggio chiaro: stop ai personalismi.
"Sono stati 4 anni intensi, ha detto poi l'ex segretario. Abbiamo traghettato il Partito da una posizione di isolamento ad una di centralità". In tutti gli interventi dei big – del resto - è stata rivendicata la giustezza della scelta di Governo, della grande alleanza per far fronte ad una fase critica per il Paese. Non è mancata, comunque, un'autocritica. "Abbiamo peccato di superficialità – ha detto Giovagnoli – nel non spiegare meglio ai cittadini l'esigenza di fare riforme anche dolorose ma necessarie". Un difetto di comunicazione. E' un momento cruciale per il PSD, una grande sfida per il nuovo segretario. Nel video l'intervista al segretario uscente Gerardo Giovagnoli
Gianmarco Morosini
Nella mozione conclusiva del Congresso vengono confermate le ragioni della scelta elettorale e di Governo del PSD, l'alleanza con le liste di PDCS-NS ed AP. Apprezzata la disponibilità a superare le incomprensioni del recente passato espressa dal segretario del Partito Socialista, così come i segnali positivi venuti dalle forze di opposizione intervenute. Ribadita, infine, la volontà di promuovere la costruzione di un grande movimento riformista, laico, liberale e democratico che abbia un orizzonte più ampio delle culture di matrice socialista e che guidi il Paese sulla strada dello sviluppo e dell'integrazione europea.
Riproduzione riservata ©