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Consiglio Centrale DC: via libera al progetto di una fase costituente

27 mar 2007
PDCS
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Il parlamentino democristiano approva all’unanimità la relazione del Segretario, Pasquale Valentini e da il via libera al progetto di una fase costituente, favorendo una aggregazione, attorno alla DC, di quelle forze politiche che condividano l’obiettivo.
Un progetto che si colloca – spiega Valentini – nel solco di quanto emerso al recente Congresso: porre mano “alla predisposizione di una piattaforma che costituisca la base di una nuova aggregazione politica nella quale possano convergere apertamente esponenti dell’area cattolico-democratica e del socialismo democratico in grado di costituire una valida alternativa all’attuale maggioranza”.
La volontà, alla luce anche della annunciata riforma della legge elettorale, è quella di costituire uno schieramento che rappresenti un’alternativa all’attuale maggioranza. La costituente, come è stata definita, non è da intendere – spiega il Segretario DC - come organismo sostitutivo della Direzione, ma punto di riferimento di quel percorso di rilancio della nostra azione politica che potrà avere anche ricadute sulla struttura organizzativa del Partito.
Rinviato invece il confronto sulla contestata nomina della direzione, avvenuta nell’ultimo Consiglio Centrale e che ha provocato un vero terremoto in casa democristiana. Numerose le dimissioni e le mancate accettazioni dell’incarico. Il parlamentino ha deciso di affidare a Segretario, Capogruppo e Presidente, il compito di analizzare approfonditamente la questione e presentare una proposta risolutiva dell’empasse.
Non poteva mancare un riferimento alla decisione dei 4 autosospesi di creare un gruppo consiliare autonomo, quello dei Democratici di Centro. Critico il parlamentino DC sulla decisione di abbandonare il partito e di dare vita ad una formazione. Rimarcata dal Segretario l’amarezza e la delusione, rigettate le critiche mosse nel documento presentato. La rottura e le motivazioni per giustificarla – ha detto Valentini all’assemblea - confermano che non c’era nessuna volontà di ricercare le condizioni per un dialogo e che la decisione della creazione di un gruppo autonomo era già emersa da tempo. Una rottura che indebolisce inevitabilmente - ha spiegato - l’area cattolico-democratica, che pur si dice di voler far crescere e che servirà a puntellare una coalizione nata proprio per ridurre o eliminare la presenza politica dei democratici-cristiani.

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