Ancora una volta, così come la precedente, il comma comunicazioni diventa il momento nel quale la questione dei giochi entra con prepotenza.
Contrariate per la mancata accettazione di un dibattito specifico, che la maggioranza rinvia a conclusione del nuovo assetto, le opposizioni contestano con vigore la prima concessione autorizzata, quella che vede come partner privato la Cogetech.
A prendere la parola subito in apertura è l’esponente della DC, Claudio Podeschi, che rivela all’assemblea l’assetto societario della Cogetech, nella cui compagine, dice, è presente con un pacchetto significativo, il consorzio Cogemat, composto da un gruppo di gestori di macchine automatiche da trattenimento.
In quel consorzio, rivela Podeschi, figurano due aziende, Emporio Games e Win-Tek, che producono macchine per il gioco. Poi l’esponente democristiano snocciola dati sulla situazione patrimoniale e di bilancio della Cogetech che appaiono tutt’altro che brillanti. Ma Podeschi va oltre e punta il dito su uno dei componenti il neonato Ente dei Giochi, l’Ingegner Francesco Gatti, titolare – afferma – di una società: la Bakoo che opera nel settore delle macchinette per il gioco.
Obiezioni alle quali risponde più tardi il Capogruppo di Sinistra Unita, Alessandro Rossi. L’ingegner Francesco Gatti – ha dichiarato – lo abbiamo indicato noi, dopo una ricerca approfondita per individuare competenze specifiche. Il suo curriculum è di tutto rispetto e sulla scheda consegnata a tutte le forze politiche c’erano indicate tutte le informazioni che lo riguardavano, compresa la sua partecipazione nella società che produce schede per le macchinette da gioco e tutto quello che Podeschi ha indicato. Rigettiamo con forza – ha aggiunto - tutto quello che si è voluto paventare nei suoi confronti.
Un ordine del giorno, presentato dal consigliere dei Popolari, Romeo Morri, a nome del cosiddetto polo dei moderati, chiede che il Congresso di Stato revochi la delibera con la quale si affida alla Cogetech il 25 per cento delle quote all’interno della società mista che dovrà rilevare e gestire la sala giochi di Rovereta.
Un secondo ordine del giorno, sempre a firma di Popolari, Democrazia Cristiana, Noi Sammarinesi, Nuovo Partito Socialista, Sammarinesi per la Libertà e Alleanza Nazionale, letto dal Capogruppo DC, Loris Francini, sostiene sia stato violato l’articolo 5 della legge sui giochi e impegna il Consiglio Grande e Generale ad avviare le procedure più idonee per individuare se vi siano state responsabilità politiche. I due documenti saranno votati al termine della sessione consiliare.
E sempre in apertura di seduta, come già anticipato, i 4 autosospesi della DC hanno ufficializzato il loro abbandono e la formazione del gruppo consiliare autonomo “Democratici di Centro”. Ribadite dal consigliere Giovanni Lonfernini, le ragioni della scelta, le critiche al loro ormai ex partito, le pesanti accuse contenute nel documento consegnato al Segretario Valentini. E proprio Valentini ha portato in aula la replica della DC, definito un percorso già segnato quello del distacco, e per qualche passaggio l’aula consigliare ha visto un chiarimento pubblico fra i due ex conviventi nel momento della separazione.
Dal presidente del PSD, Giuseppe Morganti, un richiamo a quello che sarà l’appuntamento del Consiglio Grande e Generale del 23 aprile, quando – ha detto – quest’aula affronterà la legge di riforma del sistema elettorale. Sarà il momento di sintesi politiche complesse - ha detto - che hanno visto i partiti confrontarsi e scontrarsi al proprio interno, hanno fatto emergere differenze sulle metodologie per affrontare il cambiamento necessario, hanno trovato convergenze. Una sintesi che – ha aggiunto – anche se controversa, rappresenta la risposta più alta che il sistema politico può dare alla richiesta di un Paese moderno che, come tutti i paesi democratici, ha la necessità di instaurare un nuovo rapporto fra gli elettori e gli eletti.
Contrariate per la mancata accettazione di un dibattito specifico, che la maggioranza rinvia a conclusione del nuovo assetto, le opposizioni contestano con vigore la prima concessione autorizzata, quella che vede come partner privato la Cogetech.
A prendere la parola subito in apertura è l’esponente della DC, Claudio Podeschi, che rivela all’assemblea l’assetto societario della Cogetech, nella cui compagine, dice, è presente con un pacchetto significativo, il consorzio Cogemat, composto da un gruppo di gestori di macchine automatiche da trattenimento.
In quel consorzio, rivela Podeschi, figurano due aziende, Emporio Games e Win-Tek, che producono macchine per il gioco. Poi l’esponente democristiano snocciola dati sulla situazione patrimoniale e di bilancio della Cogetech che appaiono tutt’altro che brillanti. Ma Podeschi va oltre e punta il dito su uno dei componenti il neonato Ente dei Giochi, l’Ingegner Francesco Gatti, titolare – afferma – di una società: la Bakoo che opera nel settore delle macchinette per il gioco.
Obiezioni alle quali risponde più tardi il Capogruppo di Sinistra Unita, Alessandro Rossi. L’ingegner Francesco Gatti – ha dichiarato – lo abbiamo indicato noi, dopo una ricerca approfondita per individuare competenze specifiche. Il suo curriculum è di tutto rispetto e sulla scheda consegnata a tutte le forze politiche c’erano indicate tutte le informazioni che lo riguardavano, compresa la sua partecipazione nella società che produce schede per le macchinette da gioco e tutto quello che Podeschi ha indicato. Rigettiamo con forza – ha aggiunto - tutto quello che si è voluto paventare nei suoi confronti.
Un ordine del giorno, presentato dal consigliere dei Popolari, Romeo Morri, a nome del cosiddetto polo dei moderati, chiede che il Congresso di Stato revochi la delibera con la quale si affida alla Cogetech il 25 per cento delle quote all’interno della società mista che dovrà rilevare e gestire la sala giochi di Rovereta.
Un secondo ordine del giorno, sempre a firma di Popolari, Democrazia Cristiana, Noi Sammarinesi, Nuovo Partito Socialista, Sammarinesi per la Libertà e Alleanza Nazionale, letto dal Capogruppo DC, Loris Francini, sostiene sia stato violato l’articolo 5 della legge sui giochi e impegna il Consiglio Grande e Generale ad avviare le procedure più idonee per individuare se vi siano state responsabilità politiche. I due documenti saranno votati al termine della sessione consiliare.
E sempre in apertura di seduta, come già anticipato, i 4 autosospesi della DC hanno ufficializzato il loro abbandono e la formazione del gruppo consiliare autonomo “Democratici di Centro”. Ribadite dal consigliere Giovanni Lonfernini, le ragioni della scelta, le critiche al loro ormai ex partito, le pesanti accuse contenute nel documento consegnato al Segretario Valentini. E proprio Valentini ha portato in aula la replica della DC, definito un percorso già segnato quello del distacco, e per qualche passaggio l’aula consigliare ha visto un chiarimento pubblico fra i due ex conviventi nel momento della separazione.
Dal presidente del PSD, Giuseppe Morganti, un richiamo a quello che sarà l’appuntamento del Consiglio Grande e Generale del 23 aprile, quando – ha detto – quest’aula affronterà la legge di riforma del sistema elettorale. Sarà il momento di sintesi politiche complesse - ha detto - che hanno visto i partiti confrontarsi e scontrarsi al proprio interno, hanno fatto emergere differenze sulle metodologie per affrontare il cambiamento necessario, hanno trovato convergenze. Una sintesi che – ha aggiunto – anche se controversa, rappresenta la risposta più alta che il sistema politico può dare alla richiesta di un Paese moderno che, come tutti i paesi democratici, ha la necessità di instaurare un nuovo rapporto fra gli elettori e gli eletti.
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