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Fecondazione assistita a San Marino: nuove polemiche

1 ago 2005
Fecondazione assistita a San Marino: nuove polemiche
“Comodo Far West del biotech, a due passi dall’Italia” per il quotidiano Avvenire; per Paneuropa San Marino “un vuoto legislativo che lascia spazio all’arbitrio e alla corruzione”.
E secondo la segreteria alla Sanità nessuna struttura sammarinese operebbe, attualmente, nel campo della procreazione assistita. Una materia delicata che continua a suscitare reazioni, smentite e precisazioni. Questa volta sono le colonne di Avvenire a riportare agli onori della cronaca la posizione di San Marino nei confronti delle pratiche di fecondazione artificiale e a fare da eco alla polemica è l’associazione Paneuropa. Sotto accusa la mancanza di certezza giuridica, ma anche uno dei tre progetti di legge presentati in materia, proprio quella della segreteria alla Sanità, che aprirebbe la strada alla fecondazione eterologa e alla produzione illimitata di embrioni. Per Paneuropa, poi, ben 56 strutture sanitarie private sul Titano sarebbero già in grado di operare nel campo. Il presidente Adolfo Morganti chiede “corretteza etica”, mettendo in guardia dalla tentazione di “svendere un altro brandello di sovranità in vista di un facile e illusorio guadagno”. A smentire nella sostanza e nei numeri sia il quotidiano romano, sia Paneuropa è la segreteria alla Sanità che articola così la sua difesa: “Non più di due o tre strutture sarebbero in grado di operare nel campo della procreazione medicalmente assistita – precisa l’Authority Sanitaria -. E al momento – puntualizza - nessun operatore ne ha autorizzazione, poiché si è in attesa di una legislazione certa”.

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