La firma con i sauditi arriva dopo una trattativa lunga e complessa.
Ora, ad accordo raggiunto, il piano industriale è stato inoltrato a Banca Centrale. Spetta infatti all'Aurorità di vigilanza verificare che il progetto sia in linea con le normative e accertare la serietà degli acquirenti. Marino Grandoni si dice fiducioso, spera che l'autorizzazione arrivi presto.
Impossibile scucirgli cifre, sappiamo solo che è un accordo molto soddisfacente, “altrimenti – spiega– non avremmo concluso”. La sua soddisfazione non si limita al risultato privato ma riguarda l'intero paese, “dato che la firma – rimarca - rappresenta un segnale dell'interesse di grandi imprenditori, con ricadute positive non solo d'immagine ma anche in termini fiscali e di impieghi.
Non si tratta di un fatto simbolico ma di concretezza – aggiunge - perché se il sistema ricomincia a girare significa liquidità che entra, imposte pagate, ricadute su tutto il sistema”.
Tornando all'accordo con i sauditi, spiega di aver coltivato questa relazione per lungo tempo, “abbiamo concluso - dice - grazie alla professionalità dei nostri collaboratori. Speriamo venga apprezzato”.
Marino Grandoni è stato bersaglio di duri attacchi, c'è chi ha parlato di legami tra la sua banca, Confuorti e Bcsm, di un Cis in difficoltà, ma l'ingegnere non vuole alimentare polemiche: “ne ho sentite di tutti i colori - commenta - sono state accuse strumentali, parlano i fatti”.
Alla firma del contratto c'erano rappresentanti dei governi di Arabia Saudita, Egitto, Turchia e Bahrein. “Qualcuno ha voluto ridicolizzare”, continua, riferendosi a commenti affidati ai social. E chiarisce: “erano presenti perché fanno parte dell'entourage di un imprenditore che ha interessi in mezzo mondo, compresi Europa e Stati Uniti. Per un fatto culturale ha voluto ci fossero anche partners industriali e della finanza, grandi imprenditori e gestori di fondi. Il business plan sarà prevalentemente orientato alla gestione delle risorse di questi gruppi”.
Infine, una curiosità, pare che l'imprenditore saudita abbia fatto domande sull'aeroporto di San Marino, che si sia parlato addirittura di aeroporto internazionale. “E' una verifica che ci ha chiesto di fare – ammette Grandoni – dato che ha risorse da destinare in progetti come questi”, invita però a non fare voli pindarici, a rimanere con i piedi ben piantati a terra. “Si tratta di imprenditori molto oculati – spiega - che non buttano soldi in opere faraoniche senza un ritorno e senza approfondimenti. Prima verificano, poi valutano e se realizzano lo fanno solo con la condivisione di Governi e parti sociali.
Non esistono cavalieri bianchi. Solo imprenditori seri”.
MF
Ora, ad accordo raggiunto, il piano industriale è stato inoltrato a Banca Centrale. Spetta infatti all'Aurorità di vigilanza verificare che il progetto sia in linea con le normative e accertare la serietà degli acquirenti. Marino Grandoni si dice fiducioso, spera che l'autorizzazione arrivi presto.
Impossibile scucirgli cifre, sappiamo solo che è un accordo molto soddisfacente, “altrimenti – spiega– non avremmo concluso”. La sua soddisfazione non si limita al risultato privato ma riguarda l'intero paese, “dato che la firma – rimarca - rappresenta un segnale dell'interesse di grandi imprenditori, con ricadute positive non solo d'immagine ma anche in termini fiscali e di impieghi.
Non si tratta di un fatto simbolico ma di concretezza – aggiunge - perché se il sistema ricomincia a girare significa liquidità che entra, imposte pagate, ricadute su tutto il sistema”.
Tornando all'accordo con i sauditi, spiega di aver coltivato questa relazione per lungo tempo, “abbiamo concluso - dice - grazie alla professionalità dei nostri collaboratori. Speriamo venga apprezzato”.
Marino Grandoni è stato bersaglio di duri attacchi, c'è chi ha parlato di legami tra la sua banca, Confuorti e Bcsm, di un Cis in difficoltà, ma l'ingegnere non vuole alimentare polemiche: “ne ho sentite di tutti i colori - commenta - sono state accuse strumentali, parlano i fatti”.
Alla firma del contratto c'erano rappresentanti dei governi di Arabia Saudita, Egitto, Turchia e Bahrein. “Qualcuno ha voluto ridicolizzare”, continua, riferendosi a commenti affidati ai social. E chiarisce: “erano presenti perché fanno parte dell'entourage di un imprenditore che ha interessi in mezzo mondo, compresi Europa e Stati Uniti. Per un fatto culturale ha voluto ci fossero anche partners industriali e della finanza, grandi imprenditori e gestori di fondi. Il business plan sarà prevalentemente orientato alla gestione delle risorse di questi gruppi”.
Infine, una curiosità, pare che l'imprenditore saudita abbia fatto domande sull'aeroporto di San Marino, che si sia parlato addirittura di aeroporto internazionale. “E' una verifica che ci ha chiesto di fare – ammette Grandoni – dato che ha risorse da destinare in progetti come questi”, invita però a non fare voli pindarici, a rimanere con i piedi ben piantati a terra. “Si tratta di imprenditori molto oculati – spiega - che non buttano soldi in opere faraoniche senza un ritorno e senza approfondimenti. Prima verificano, poi valutano e se realizzano lo fanno solo con la condivisione di Governi e parti sociali.
Non esistono cavalieri bianchi. Solo imprenditori seri”.
MF
Riproduzione riservata ©