Il protocollo n.14 ,risultato di oltre tre anni di lavoro ed aperto alla firma a maggio del 2004, emenda il sistema di controllo della Corte Europea dei diritti dell'uomo . In parole povere mira a garantire a medio e a lungo termine l'efficacia di tale istanza giudiziaria ed interviene sullo sfondo del drammatico incremento dei ricorsi individuali pendenti presso la corte Europea di Strasburgo. Nel corso dell'ultimo anno sono stati infatti registrati oltre 39.000 nuovi ricorsi. Attualmente se ne contano complessivamente 69.000 pendenti. Il protocollo permetterà, innanzitutto, un più veloce smaltimento delle pratiche palesemente inammissibili, così come di quelle ben fondate. Le decisioni di ammissibilità, attualmente prese da una commissione di tre giudici, verrebbero affidate ad uno solo. L'idea è quella di accrescere le capacità di filtraggio della Corte, in altri termini filtrare i casi 'senza speranza'. L'introduzione di un nuovo criterio di
ammissibilità le garantirà inoltre una maggiore flessibilità. Per esempio, un ricorrente che non abbia subito un danno rilevante difficilmente vedrà accolto il suo ricorso.
Il progetto di riforma è dunque essenzialmente incentrato su tre aspetti: prevenire le violazioni a livello nazionale e migliorare le procedure giudiziarie interne dei Paesi; rendere il più efficiente possibile il filtraggio e l'esame delle istanze e, infine, migliorare e rendere più rapida l'esecuzione delle sentenze della Corte.
ammissibilità le garantirà inoltre una maggiore flessibilità. Per esempio, un ricorrente che non abbia subito un danno rilevante difficilmente vedrà accolto il suo ricorso.
Il progetto di riforma è dunque essenzialmente incentrato su tre aspetti: prevenire le violazioni a livello nazionale e migliorare le procedure giudiziarie interne dei Paesi; rendere il più efficiente possibile il filtraggio e l'esame delle istanze e, infine, migliorare e rendere più rapida l'esecuzione delle sentenze della Corte.
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