Dopo la fiducia al Senato incassata dal governo Renzi, oggi il dibattito sulla fiducia a Montecitorio con Renzi che nel pomeriggio ha parlato alla Camera. Scuola, imprese, legge elettorale, lotta alla mafia e, su tutto, l'emergenza occupazionale per cui dice "Non bastano le riforme costituzionali o elettorali". Comunica le sue emozioni, quelle provate all'ingresso a Montecitorio dove sono stati "i grandi della storia, citando Moro, Berlinguer, Scalfaro e una generazione, quella di oggi, senza alibi. Se non riusciremo la responsabilità sarà mia. Questo non è un atto di coraggio, ma di lealtà". Guarda all'Europa e al semestre italiano riconoscendo quanto fatto dall'ex premier Letta. Poco più di una formalità il passaggio alla Camera, ma anche qui il via libera al nuovo esecutivo diviene occasione per critiche e scambi di accuse. Da Forza Italia arrivano due no, quello di Daniele Capezzone e del capogruppo Renato Brunetta. Attesa per la posizione della minoranza del Pd: "Ciao Matteo, stai sbagliando - ha detto in mattinata Pippo Civati - ma voterò la fiducia». Anche l’esponente pd Stefano Fassina ha annunciato il suo sì, seppure critico: «non è una delega in bianco". Affondi dalle opposizioni. Alla Camera per il voto di fiducia anche Pier Luigi Bersani, per la prima volta in aula dopo la malattia, accolto da applausi.
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