Piena validità dei certificati vaccinali prodotti da San Marino, equiparati a tutti gli altri Green Pass europei, in base a quanto sottoscritto dalla stessa presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Fin qui, come sottolinea il Congresso di Stato, il lavoro portato avanti da Segreteria alla Sanità e ufficio informatico Iss, in accordo coi funzionari europei, ha portato alla piena interoperabilità tra i vari sistemi. Anche tamponi molecolari e antigenici, così come i certificati di guarigione sono infatti parimenti validi.
Permane tuttavia il nodo fondamentale per San Marino, mai sciolto: il riconoscimento del vaccino russo Sputnik, che ha consentito l'immunizzazione della maggior parte dei sammarinesi. Qui le strade divergono: ogni Paese dell'Unione Europea infatti può decidere cosa fare. Grecia, Ungheria, Slovenia, Croazia, Malta, Cipro, lo riconoscono, “e l'elenco è in continuo aumento”, scrive il governo. Al momento, l'Italia non lo riconosce. Il governo guidato dal presidente Draghi ha sempre risposto che finché Ema non darà la sua approvazione, Sputnik non potrà ricevere l'avallo dall'Italia. Ad altri Paesi europei, invece, interessa evidentemente fino a un certo punto il riconoscimento ufficiale di Ema, e ha già concesso il suo lasciapassare. San Marino comunque non si arrende. Il Segretario di Stato sarà a Roma anche domani. Il tempo stringe e il 6 agosto, quando il Green Pass sarà obbligatorio in Italia, è alle porte. Smentiti anche insistenti rumors per cui San Marino, all'inizio del 2021, avrebbe potuto acquistare Pfizer preferendo invece Sputnik. San Marino aveva invece tentato, senza successo, di reperire ogni altro vaccino riconosciuto dall'Europa, ma in quel momento le forniture scarseggiavano per tutti. C'è infine chi, come il deputato della Lega Simone Billi, propone di concedere il Green Pass sulla base degli anticorpi risultanti dal sierologico, indipendentemente dal vaccino utilizzato.
Nel video l'intervista a Roberto Ciavatta, Segretario di Stato alla Sanità