E’ stata una delle notti più lunghe della politica sammarinese. In aperta contestazione alle affermazioni del capogruppo di Alleanza popolare, Tito Masi, che nel suo intervento aveva affermato che nel libro paga della Giochi San Marino ci fossero Consiglieri della Repubblica, il Presidente del PSD, Giuseppe Morganti ha presentato alla Reggenza le proprie dimissioni. Ne è seguito un momento di fibrillazione in aula consigliare, sfociato con la sospensione della seduta, la riunione dei gruppi socialista e dei democratici, un vertice d’urgenza della democrazia cristiana e, infine, la decisione della maggioranza di abbandonare l’aula in segno di protesta. 'Ascoltate le accuse infamanti che il consigliere Tito Masi ha rivolto nei confronti della mia onorabilità – scrive Morganti nella lettera consegnata ai Capi di Stato – facendo supporre al Consiglio Grande e Generale una collusione con gli affari determinati dall’attività di esercizio del gioco d’azzardo da parte della Giochi San Marino SPA – prosegue la lettera – con la presente rassegno il mio incarico di consigliere in quanto ritengo – aggiunge – che di fronte a questo livello di scontro politico non abbia altre armi per rispondere efficacemente. Ho avuto modo nel mio intervento in Consiglio – prosegue la lettera di Morganti – e anche nel corso di un colloquio privato con le loro Eccellenze, di denunciare i gravi rischi per la democrazia e per le istituzioni di fronte alle degenerazioni che vengono introdotte in un piccolo paese dall’esercizio del gioco d’azzardo. Confido – conclude – che questo mio piccolo sacrificio possa aiutare tutto il Paese nella riflessione”. Parole dure condivise dall’intero gruppo che non ha esitato ad affiancare, nella protesta il Presidente del Partito, seguito dal gruppo democristiano. Più tardi, lasciato il palazzo, una riunione urgente nella sede del PSD per analizzare l’accaduto e decidere di non accogliere le dimissioni di Morganti chiedendogli di restare al proprio posto. Se ne riparlerà venerdì prossimo, 6 maggio, nella nuova sessione del Consiglio Grande e Generale convocata dall’ufficio di Presidenza, riunito questa mattina. Le dimissioni di Morganti sono al primo comma, segue la nomina del gruppo di lavoro incaricato di redigere il codice etico dei consiglieri. Una riflessione che sembra cadere a fagiolo in questi momenti di tensione politica. Poi la prosecuzione del dibattito sulla Giochi San Marino che riprenderà là dove è stato interrotto.
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