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Guai in casa DC (e UPR): chi semina vento raccoglie tempesta

18 feb 2014
Guai in casa DC (e UPR): chi semina vento raccoglie tempesta
Guai in casa DC (e UPR): chi semina vento raccoglie tempesta
Le dimissioni dei tre membri dell’UPR Pier Marino Menicucci, Giovanni Lonfernini e Cesare Gasperoni dagli incarichi conferiti dal loro movimento sono di sicuro una novità per la politica sammarinese, abituata com’è a far finta di niente.
E sono una novità anche per la popolazione che con il tempo ha imparato, purtroppo, a metabolizzare in fretta gli inguacchi della politica, fino a considerarli quasi “normali”.
Ma è ancora troppo poco. Il segnale di discontinuità va dato forte e chiaro, e coincide con le dimissioni dal Consiglio Grande e Generale. Poi, una volta chiarite le proprie posizioni davanti alla legge, nulla vieta il ritorno in politica.
Certo è che la Democrazia Cristiana non sta raccogliendo buoni frutti dai suoi decenni di semina: dal Segretario Marco Gatti con i vari “Seven Eleven”, “Fil rouge“ e “E-vox” ai Dottori ed ex Capitani Reggenti Claudio Muccioli e Pietro Berti passando al caso di presunto riciclaggio del neo Presidente Leo Marino Poggiali fino al Conto Mazzini, le cui movimentazioni risalgono agli anni in cui i tre dimissionari UPR  erano nelle prime file della DC, insieme all’ex tesoriere Ernesto Benedettini (senza dimenticare Fiorenzo Stolfi, PSD).
In questo marasma generale, il silenzio della popolazione è quello che spaventa di più. Specialmente di quella parte di popolazione che questi partiti li ha voluti, votati e ai quali ha affidato la propria rappresentanza. Ci auguriamo che queste persone abbiano la forza di farsi sentire e di pretendere che chiarezza venga fatta una volta per tutte.
Crediamo fortemente nell’importanza della coerenza tra parole e fatti, tanto che lo Statuto del nostro Movimento prevede che “il sostenitore che assuma qualsiasi carica sia tenuto a depositare impegnativa a dimettersi dal movimento e da ogni carica di RETE nel caso di procedimenti penali per reati che arrechino danni al pubblico”.  Se questa regola valesse anche per gli altri partiti, probabilmente ora non saremmo costretti a subire gli strascichi degli ultimi decessi di politica tossica e malsana.
Naturalmente toccherà alla magistratura portare avanti le indagini ma ciò non significa che le basi dei partiti non possano esprimere la propria opinione. Continuano a sentirsi degnamente rappresentate dai leader che hanno votato? Non sono stanche che il loro partito sia continuamente dipinto dalla stampa come un covo di arraffoni?

Comunicato stampa
Movimento R.E.T.E.

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