La legge elettorale approda in aula, a Montecitorio, dopo aver ricevuto il via libera della commissione Affari costituzionali.
In commissione hanno votato a favore Pd, Forza Italia, Lega, Alternativa Popolare, Ala, Direzione Italia, Scelta Civica, Civici e Innovatori.
Contrari M5S, Fratelli d'Italia, Sinistra italiana, Mdp-Articolo 1, Alternativa libera.
Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera, da cui ha preso il nome il testo di legge, Rosatellum 2.0 dopo il fallimento del primo progetto, chiede che il Parlamento ora sia responsabile.
Alcune modifiche apportate rispetto all'originale: salgono da 102 a 109 i collegi uninominali previsti al Senato. Respinti gli emendamenti che chiedevano preferenze e voto disgiunto. Resta la quota minima del 3%. Le pluricandidature passano da 3 a 5. La norma di genere migliora per le donne. Dovendo rispettare la proporzione delle quote di genere di 60 e 40 per i collegi del Senato a livello regionale, e non più nazionale, i partiti non potranno più spalmare il rispetto del rapporto tra le percentuali su tutto il territorio nazionale.
Non passa la norma anti Berlusconi voluta dal M5S, che prevedeva di indicare come capo della forza politica “chi in base alle leggi non possa essere candidato e non possa comunque ricoprire la carica di deputato”. Il presidente della commissione Mazziotti si è visto approvare un emendamento per cui i partiti iscritti nell'apposito registro debbano presentare lo statuto, già presente nella legge sui partiti, ma la modifica prevedeva appunto che movimenti come quello dei 5Stelle, non iscritti nel registro, debbano comunque presentare dichiarazione di trasparenza per indicare il legale rappresentante, gli organi, i proprietari del simbolo, elementi che finiranno poi online sul sito del ministero dell'Interno. “Avevano votato a favore per la legge sui partiti – ha commentato Mazziotti – ora invece hanno votato contro. Non si capisce come la pensino”.
Francesca Biliotti
In commissione hanno votato a favore Pd, Forza Italia, Lega, Alternativa Popolare, Ala, Direzione Italia, Scelta Civica, Civici e Innovatori.
Contrari M5S, Fratelli d'Italia, Sinistra italiana, Mdp-Articolo 1, Alternativa libera.
Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera, da cui ha preso il nome il testo di legge, Rosatellum 2.0 dopo il fallimento del primo progetto, chiede che il Parlamento ora sia responsabile.
Alcune modifiche apportate rispetto all'originale: salgono da 102 a 109 i collegi uninominali previsti al Senato. Respinti gli emendamenti che chiedevano preferenze e voto disgiunto. Resta la quota minima del 3%. Le pluricandidature passano da 3 a 5. La norma di genere migliora per le donne. Dovendo rispettare la proporzione delle quote di genere di 60 e 40 per i collegi del Senato a livello regionale, e non più nazionale, i partiti non potranno più spalmare il rispetto del rapporto tra le percentuali su tutto il territorio nazionale.
Non passa la norma anti Berlusconi voluta dal M5S, che prevedeva di indicare come capo della forza politica “chi in base alle leggi non possa essere candidato e non possa comunque ricoprire la carica di deputato”. Il presidente della commissione Mazziotti si è visto approvare un emendamento per cui i partiti iscritti nell'apposito registro debbano presentare lo statuto, già presente nella legge sui partiti, ma la modifica prevedeva appunto che movimenti come quello dei 5Stelle, non iscritti nel registro, debbano comunque presentare dichiarazione di trasparenza per indicare il legale rappresentante, gli organi, i proprietari del simbolo, elementi che finiranno poi online sul sito del ministero dell'Interno. “Avevano votato a favore per la legge sui partiti – ha commentato Mazziotti – ora invece hanno votato contro. Non si capisce come la pensino”.
Francesca Biliotti
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