"Molto sereno, anche in coscienza, certo di non aver mai compiuto alcun atto con dolo o malafede. Non conosco le motivazioni del rinvio a giudizio notificato al mio avvocato e mi riservo di fare una valutazione piena appena rientrerò in Repubblica". E' la nota che Leo Marino Poggiali ha inviato alla stampa, parte dalla vicenda giudiziaria, ma pone subito un distinguo: "I fatti oggetto di indagine risalgono al 2010 e riguardano la mia attività professionale; nessuna attinenza con l'incarico che rivesto nel PDCS, di cui sono stato nominato Presidente il 9 gennaio e, a quella data, non avevo notizia di nulla". La notifica è arrivata nella giornata di venerdì: vede Poggiali rinviato a giudizio per riciclaggio, per aver concorso a ripulire oltre 2 milioni di euro, sottratti in Italia e destinati all'INPS. Già sentito in tribunale il 31 gennaio come testimone e, in questa veste, avrebbe raccontato alla magistratura l'esatta cronologia dei fatti, - questo ha detto il legale Gian Nicola Berti, per il quale il ruolo di Poggiali nella vicenda sarebbe del tutto marginale.
Ma il caso scuote la DC, dove è confronto aperto dopo le dichiarazioni, da un lato, del segretario Marco Gatti sulle eventuali dimissioni - "Sarà Poggiali a prendere una decisione" - dall'altro, del presidente uscente Teodoro Lonfernini che chiede di sapere "se qualcuno, pur essendone a conoscenza, abbia tenuto nascosta la notizia al partito". Confronto aperto in seno al partito, cui non mancherà proprio Leo Marino Poggiali che nella nota scrive: "Al mio rientro incontrerò la dirigenza per una decisione condivisa sul mio mandato".
Il caso giudiziario diviene politico: per Cittadinanza Attiva attesta "il grado di inadeguatezza del gruppo dirigente del primo partito di maggioranza, per cui il nome di Poggiali va ad affiancarsi a quello di molti altri uomini di punta della DC, toccati da gravissime questioni giudiziarie". Cittadinanza attiva le ripercorre una ad una per concludere: "La storia politica di San Marino è una storia tutta democristiana di arricchimento barbaro, grigiore e corruzione e deve finire". Diversa lettura da Per San Marino che in una nota, citando anche il conto Mazzini dice: "la DC è il vero bersaglio di alcuni guardiani della moralizzazione che vogliono disossare la Balena Bianca per darla in pasto a un nuovo soggetto politico conservatore".
Annamaria Sirotti
>> Il comunicato stampa di Leo Marino Poggiali - VAI
Ma il caso scuote la DC, dove è confronto aperto dopo le dichiarazioni, da un lato, del segretario Marco Gatti sulle eventuali dimissioni - "Sarà Poggiali a prendere una decisione" - dall'altro, del presidente uscente Teodoro Lonfernini che chiede di sapere "se qualcuno, pur essendone a conoscenza, abbia tenuto nascosta la notizia al partito". Confronto aperto in seno al partito, cui non mancherà proprio Leo Marino Poggiali che nella nota scrive: "Al mio rientro incontrerò la dirigenza per una decisione condivisa sul mio mandato".
Il caso giudiziario diviene politico: per Cittadinanza Attiva attesta "il grado di inadeguatezza del gruppo dirigente del primo partito di maggioranza, per cui il nome di Poggiali va ad affiancarsi a quello di molti altri uomini di punta della DC, toccati da gravissime questioni giudiziarie". Cittadinanza attiva le ripercorre una ad una per concludere: "La storia politica di San Marino è una storia tutta democristiana di arricchimento barbaro, grigiore e corruzione e deve finire". Diversa lettura da Per San Marino che in una nota, citando anche il conto Mazzini dice: "la DC è il vero bersaglio di alcuni guardiani della moralizzazione che vogliono disossare la Balena Bianca per darla in pasto a un nuovo soggetto politico conservatore".
Annamaria Sirotti
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