Mediterraneo: spazio teatro di uno stravolgimento geopolitico straordinario, che ha visto interi popoli sollevarsi per la propria dignità. Tunisia protagonista di questo passaggio, da un sistema autoritario alla democrazia, per l'universalità del desiderio di libertà. Democrazia necessaria e possibile, ma anche minacciata e da difendere con determinazione. E con determinazione parla al Meeting il ministro degli esteri tunisino Taib Bacoucche, nel chiedere sostegno all'Europa, all'Italia, alla solidarietà dei popoli per affrontare le sfide in materia di sicurezza e in campo socio-economico. Dal suo successo o fallimento dipende il futuro della situazione politica e geostrategica di tutta la sponda sud del Mediterraneo. Un processo democratico irreversibile e gli attentati terroristici – dice – non potranno che rafforzare la nostra determinazione. Un fenomeno che si dice religioso solo come alibi, che chiede soluzioni politiche, perché ha origini politiche.
“La diffusione del terrorismo ha motivazioni economiche, ma soprattutto politiche. Se si considera la Palestina: è l'occupazione politica che ha creato i presupposti per il terrorismo. Se si pensa all'Iraq: la guerra portata avanti per eliminare il dittatore ha posto le basi per l'espansione del terrorismo. Se si guarda alla Siria: ci sono sempre più giovani che si arruolano nelle milizie, ma la Jihad è solo un pretesto. Non si tratta di Jihad. E' stato inculcato loro questo concetto, in realtà stanno combattendo contro i siriani. Anche l'intervento militare europeo in Libia ha forti aspetti politici. Il terrorismo è un problema politico e occorre trovare soluzioni politiche, non militari”.
“La sfida di un nuovo ordine nel mediterraneo è la sfida più drammatica per l'Italia, per l'Europa – dice il ministro Paolo Gentiloni. Costruire pace in Siria, in Libia, in Medio Oriente, dare sostegno ai paesi chiave il cui sviluppo è decisivi per la stabilità dell'area – Tunisia e Libano – difendere la presenza dei cristiani, componente ineliminabile del mosaico pluralista della civiltà del Mediterraneo. Poi il tema della migrazione. Mare Nostrum non come minaccia alle nostre porte di casa, ma una straordinaria occasione di sviluppo economico, grazie a paesi fondamentali anche come ponte verso l'Africa. Soluzione europea e nuove strategie per una convenzione – quella di Dublino – no più attuale”.
Nel video, le interviste al ministro degli esteri di Tunisia, Taib Bacoucche e al ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni
“La diffusione del terrorismo ha motivazioni economiche, ma soprattutto politiche. Se si considera la Palestina: è l'occupazione politica che ha creato i presupposti per il terrorismo. Se si pensa all'Iraq: la guerra portata avanti per eliminare il dittatore ha posto le basi per l'espansione del terrorismo. Se si guarda alla Siria: ci sono sempre più giovani che si arruolano nelle milizie, ma la Jihad è solo un pretesto. Non si tratta di Jihad. E' stato inculcato loro questo concetto, in realtà stanno combattendo contro i siriani. Anche l'intervento militare europeo in Libia ha forti aspetti politici. Il terrorismo è un problema politico e occorre trovare soluzioni politiche, non militari”.
“La sfida di un nuovo ordine nel mediterraneo è la sfida più drammatica per l'Italia, per l'Europa – dice il ministro Paolo Gentiloni. Costruire pace in Siria, in Libia, in Medio Oriente, dare sostegno ai paesi chiave il cui sviluppo è decisivi per la stabilità dell'area – Tunisia e Libano – difendere la presenza dei cristiani, componente ineliminabile del mosaico pluralista della civiltà del Mediterraneo. Poi il tema della migrazione. Mare Nostrum non come minaccia alle nostre porte di casa, ma una straordinaria occasione di sviluppo economico, grazie a paesi fondamentali anche come ponte verso l'Africa. Soluzione europea e nuove strategie per una convenzione – quella di Dublino – no più attuale”.
Nel video, le interviste al ministro degli esteri di Tunisia, Taib Bacoucche e al ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni
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