“Se dovessi presumere che la magistratura ha solo il sospetto di un mio coinvolgimento nell'inchiesta che sta conducendo, provvederei immediatamente a rassegnare le dimissioni.” Così il Segretario alla cultura Giuseppe Morganti, nell'intervento che ieri sera ha concluso il confronto in Aula sulle dimissioni di Claudio Felici. “Sono d'accordo – afferma Morganti - con chi dice non sia necessario un avviso di garanzia per mettere in discussone il ruolo del governo, il limite deve essere fissato ben prima. Ma sono d'accordo con chi dalla maggioranza ha sostenuto una verifica dei ruoli e dei metodi che possa consegnare la Repubblica alle nuove generazioni”. La nostra classe politica, aggiunge, nonostante la volontà di trasformare il sistema dei segreti, ha avuto necessariamente contatto con quel modus operandum, anche facendo accordi per determinare una maggioranza per far fare al Paese piccoli passi che oggi ci travolgeranno. Chi ha accettato quei compromessi è stato sicuramente contaminato e non potrà far valere le cose buone fatte. La proposta di cui Ap si è fatto promotore va nella direzione giusta, afferma Morganti, così come quella del Psd di coinvolgere le forze di opposizione in questo cambiamento. E' un momento che richiede la responsabilità della maggioranza e la sta dimostrando affrontando scelte dolorose, ma la stessa responsabilità è chiesta all'opposizione che non può permettersi di stare alla finestra o criticare, deve assolutamente impegnarsi in prima persona per far fronte al cambiamento. Prima di lui il vice segretario della dc Luca Beccari aveva sostenuto che la verifica deve riguardare la maggioranza, ma “dobbiamo essere capaci- ha detto- di confrontarci anche con l’opposizione, questo è il tema fondamentale per portare avanti il cambiamento”. Dopo Pedini Amati anche il socialista Paolo Crescentini chiarisce che non farà la stampella a questo governo: “Le cose- sottolinea- devono essere fatte alla luce del sole, se il governo ha la forza vada avanti altrimenti alzi bandiera bianca”. Matteo Fiorini di Ap è tornato a spiegare che il suo partito non è soddisfatto di come è stata affrontata la questione morale perché “non vuol dire individuare singole persone, ma fare analisi sui metodi”. Tony Margiotta di Sinistra Unita sottolinea come importante l'apertura di Beccari, verso l'opposizione: “Mi auguro, afferma, che abbia esplicitato una posizione che rappresenta tutto il partito”. Per Franco Santi di Civico 10 quando la politica è “in fase di stallo e non riesce a dare risposte al Paese, la cosa più giusta è tornare alle urne” mentre Grazia Zafferani di Rete, ribadisce:“Le dimissioni le devono dare tutti i membri di governo oggetto di indagini gravi”.
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