La questione della manifestazione d’interesse da parte del gruppo cinese Maxdo per un eventuale investimento a San Marino è arrivata ieri in Consiglio Grande e Generale, come più volte chiesto dall’opposizione. Nonostante nelle settimane passate il Governo avesse più volte risposto alle levate di scudi specificando che ancora non c’erano elementi sufficienti per aprire un dibattito, l’opposizione ha comunque presentato un’interrogazione alla quale ha risposto il segretario per l’Industria Marco Arzilli. Oltre a una serie di valutazioni politiche – quindi per definizione soggettive – il segretario ha potuto apportare ben pochi elementi in più perché appunto, come si dice già da settimane, ancora non c’è una proposta concreta su cui confrontarsi.
Un elemento importante però Arzilli lo ha aggiunto, smentendo tutti quelli che in maniera superficiale e disinformata tacciavano il governo di voler mantenere la segretezza sulla vicenda. La famosa delibera, del luglio 2012, risulta essere pubblica sul sito della segreteria per gli interni dal 6 settembre scorso: è colpa del Governo se nessuno in questi mesi l’ha mai notata e portata all’attenzione pubblica?
Quello che stupisce e dispiace maggiormente, comunque, è l’approssimazione con cui vengono affrontate questioni che potrebbero rivelarsi cruciali per il futuro del nostro Paese. E se una certa dose di disinformazione e qualunquismo sono comprensibili nelle chiacchiere che ci si scambia al bar davanti a un caffè, non sono per nulla scusabili nei rappresentanti della cittadinanza, chiamati a confrontarsi all’interno del Consiglio Grande e Generale. Come chi abusa dei social network sbraitando sul ritardo del segretario di Stato chiamato a rispondere all’interrogazione, tralasciando che il ritardo era dovuto a un incontro con i rappresentanti del Fondo Monetario Internazionale: se si vuole comunicare in tempo reale su quello che accade in Aula, sarebbe giusto dare le informazioni in maniera completa. O come chi, e questo è a parer nostro più grave, interviene sulla questione – parliamo sempre del dibattito su Maxdo – riportando cose sentite dire e voci di corridoio, non supportate da prove. Come può un Consigliere della Repubblica entrare in Aula e prepararsi a un dibattito sulla scorta delle voci che sente girare nel paese? Che contributo può rappresentare questo, se non quello di aumentare la sensazione di sfiducia nei cittadini?
Sono atteggiamenti che ci stupiscono ma ci preoccupano anche molto. Il nostro auspicio è che tutti i Consiglieri, eletti dai cittadini in qualità di propri rappresentanti, siano in grado di lasciare approssimazione e qualunquismo fuori dalla porta dell’Aula consiliare e siano invece in grado di prepararsi e informarsi in maniera oggettiva e professionale prima di confrontarsi sui temi in discussione.
Un elemento importante però Arzilli lo ha aggiunto, smentendo tutti quelli che in maniera superficiale e disinformata tacciavano il governo di voler mantenere la segretezza sulla vicenda. La famosa delibera, del luglio 2012, risulta essere pubblica sul sito della segreteria per gli interni dal 6 settembre scorso: è colpa del Governo se nessuno in questi mesi l’ha mai notata e portata all’attenzione pubblica?
Quello che stupisce e dispiace maggiormente, comunque, è l’approssimazione con cui vengono affrontate questioni che potrebbero rivelarsi cruciali per il futuro del nostro Paese. E se una certa dose di disinformazione e qualunquismo sono comprensibili nelle chiacchiere che ci si scambia al bar davanti a un caffè, non sono per nulla scusabili nei rappresentanti della cittadinanza, chiamati a confrontarsi all’interno del Consiglio Grande e Generale. Come chi abusa dei social network sbraitando sul ritardo del segretario di Stato chiamato a rispondere all’interrogazione, tralasciando che il ritardo era dovuto a un incontro con i rappresentanti del Fondo Monetario Internazionale: se si vuole comunicare in tempo reale su quello che accade in Aula, sarebbe giusto dare le informazioni in maniera completa. O come chi, e questo è a parer nostro più grave, interviene sulla questione – parliamo sempre del dibattito su Maxdo – riportando cose sentite dire e voci di corridoio, non supportate da prove. Come può un Consigliere della Repubblica entrare in Aula e prepararsi a un dibattito sulla scorta delle voci che sente girare nel paese? Che contributo può rappresentare questo, se non quello di aumentare la sensazione di sfiducia nei cittadini?
Sono atteggiamenti che ci stupiscono ma ci preoccupano anche molto. Il nostro auspicio è che tutti i Consiglieri, eletti dai cittadini in qualità di propri rappresentanti, siano in grado di lasciare approssimazione e qualunquismo fuori dalla porta dell’Aula consiliare e siano invece in grado di prepararsi e informarsi in maniera oggettiva e professionale prima di confrontarsi sui temi in discussione.
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