In Commissione affari costituzionali alla Camera depositato il testo della nuova legge elettorale, ribattezzato “Rosatellum bis”. Vediamo cosa comporta.
Rosatellum 2.0 o Rosatellum bis che dir si voglia, il Partito Democratico ci riprova a presentare un testo che metta d'accordo più partiti possibile su una nuova legge elettorale che servirà al più tardi la prossima primavera, quando scadrà la legislatura e si dovrà tornare al voto. Anche in Senato è stato depositato un testo analogo. Per ora l'accordo è tra Pd, Forza Italia, con Renato Brunetta che ha dato un primo via libera, Lega e Alternativa Popolare di Alfano, contento perché la soglia di sbarramento si è abbassata dal 5 al 3% per le liste singole. Non è l'unica novità: sarà un mix tra proporzionale e collegi uninominali, il 36% dei deputati sarà eletto negli uninominali, il 64% col metodo proporzionale.
Per le coalizioni la soglia di sbarramento sarà al 10%. Coalizioni che il M5S non vuole neanche sentir nominare, quindi ha già fatto sapere di non voler “perdere tempo” con questa proposta. “Mi fa schifo” è stato il commento sulla legge della deputata Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia, che la dice lunga sul gradimento del suo partito. Storcono il naso anche il Movimento Democratico Progressista di Bersani e D'Alema e Sinistra Italiana. Ci saranno anche le quote di genere: nessuno dei due generi può essere rappresentato nella misura superiore del 60%. Nei listini proporzionali potranno esserci un minimo di 2 e un massimo di 4 nomi.
Francesca Biliotti
Rosatellum 2.0 o Rosatellum bis che dir si voglia, il Partito Democratico ci riprova a presentare un testo che metta d'accordo più partiti possibile su una nuova legge elettorale che servirà al più tardi la prossima primavera, quando scadrà la legislatura e si dovrà tornare al voto. Anche in Senato è stato depositato un testo analogo. Per ora l'accordo è tra Pd, Forza Italia, con Renato Brunetta che ha dato un primo via libera, Lega e Alternativa Popolare di Alfano, contento perché la soglia di sbarramento si è abbassata dal 5 al 3% per le liste singole. Non è l'unica novità: sarà un mix tra proporzionale e collegi uninominali, il 36% dei deputati sarà eletto negli uninominali, il 64% col metodo proporzionale.
Per le coalizioni la soglia di sbarramento sarà al 10%. Coalizioni che il M5S non vuole neanche sentir nominare, quindi ha già fatto sapere di non voler “perdere tempo” con questa proposta. “Mi fa schifo” è stato il commento sulla legge della deputata Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia, che la dice lunga sul gradimento del suo partito. Storcono il naso anche il Movimento Democratico Progressista di Bersani e D'Alema e Sinistra Italiana. Ci saranno anche le quote di genere: nessuno dei due generi può essere rappresentato nella misura superiore del 60%. Nei listini proporzionali potranno esserci un minimo di 2 e un massimo di 4 nomi.
Francesca Biliotti
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