Mentre nel Paese, e particolarmente sui social, monta tuttora la protesta relativamente ai fatti del 1° aprile, il Segretario di Stato per la Sanità, Roberto Ciavatta - da più parti chiamato in causa nella vicenda – spiega, da noi contattato, le circostanze che lo hanno visto partecipare all'evento in Via Giacomini. Ammette di essere passato sul posto per una decina di minuti, intorno alle 17.45, per un saluto; di essere sempre rimasto all'aperto, sul marciapiede, in compagnia del Consigliere di RETE, Daniela Giannoni e a distanza da tutti gli altri presenti, in un momento in cui i locali erano comunque ancora aperti; poi alle 18.00 circa riferisce di essersene andato.
“I verbali della Gendarmeria, - afferma - appena ne avremo la possibilità, saranno resi pubblici, e in quei verbali – precisa - il mio nome non c'è, poiché non ero presente nel momento in cui vi è stato l'intervento. Almeno in mia presenza – continua – non è accaduto niente di eclatante o comunque niente su cui meriti focalizzare l'attenzione, nel senso che in generale tutte le persone che camminano per Via Giacomini si fermano a chiacchierare tra di loro, ovviamente non più di 4 contemporaneamente. Quello che ho fatto io è quello che può fare qualsiasi cittadino in qualsiasi posto fino alle 20 in questi giorni”.
Non nasconde, inoltre, l'amarezza e la preoccupazione per il clima teso che si è creato intorno alla vicenda: “Quello che mi dispiace tanto – dice - è che si stanno rincorrendo dei passaparola mandati ad arte sui social completamente diffamanti, e io credo che questa sia una modalità che abbia una regia, una regia che persegue la volontà di fare perno sul malcontento della cittadinanza - e che è normale che ci sia - però ritengo che questo sia molto pericoloso e irresponsabile in questa fase, una deriva di cui qualcuno dovrà risponderne”.