Ecco le voci di una maggioranza pronta ad accogliere i Democratici di Centro. Lo scambio di cortesie tra Psd e DdC non è mancato in questi giorni, ma bisogna consolidare il rapporto a tre, e soprattutto superare il banco di prova rappresentato dal bilancio 2008, prima di pensare a new entry. Il Psd si avvicina al Congresso orientato sia a concretizzare la coalizione con elementi innovativi – leggi DdC - che a proseguire nel processo di unificazione della sinistra – leggi riavvicinamento a Nuovo Partito Socialista e Sammarinesi per la Libertà. “Non stiamo cercando un allargamento al governo – dice Giuseppe Morganti - stiamo sondando quella che sarà la base della nuova coalizione alle elezioni”. In effetti la maggioranza ha numeri striminziti, ma gli unici possibili nell’attuale quadro politico. Non ci sono alternative anche se per i Popolari il tripartito è diviso tra un’anima riformista, continuamente umiliata nella sua tensione verso il cambiamento, e quella nostalgica del governo straordinario, che lavora per la sua riesumazione. E così leggono il percorso di avvicinamento ai Democratici di Centro. Senza progetto politico. Dall’altra parte – scrivono - c’è l’opposizione che ha trovato le condizioni per un progetto strategico di lungo percorso in grado di ricomporre l’ormai lunga diaspora del mondo moderato, cattolico, liberale e centrista. La realtà è ben diversa, replicano i DdC, che considerano la loro azione improntata a portare, nel ruolo di opposizione, un contributo di idee al dibattito politico, soprattutto nell’ottica della nuova legge elettorale. Ci fa poi piacere che il leader dei Popolari - scrivono - dopo essersene andato dal PDCS, abbia ritrovato dopo quattro anni le ragioni di un dialogo che lo riporteranno alla casa madre a riabbracciare antichi amici, un polo di centrodestra che considerano un progetto quantomeno obsoleto, perché nasce dalla goffa riproposizione dello scenario italiano, del quale Morri vuole imitare l’UDC dell’amico Casini, senza averne la statura politica e soprattutto i voti. Intanto gli Europopolari concludono con Noi Sammarinesi il ciclo di incontri per la presentazione del manifesto e del programma. Soddisfatti per l’incontro con il Psd, cui hanno ribadito la loro contrarietà al governo, decisi a una opposizione che non farà sconti. “Non vogliamo una personalizzazione della politica”, hanno ribadito e con il Psd, desiderano comunque un confronto approfondito.
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