In serata, dopo quattro giorni di dibattito, l'Aula ha approvato il Progetto di legge sullo Sviluppo con 29 voti favorevoli e 12 contrari.
Terminato l'esame dell'articolato, si procede alle dichiarazioni di voto al Pdl per lo Sviluppo in cui tutti i gruppi di minoranza anticipano il voto contrario, mentre i capigruppo di maggioranza esprimono la soddisfazione per essere giunti al termine dell'iter normativo. Prima di terminare la sessione consiliare, viene messo ai voti l'Odg che istituisce la Giornata dei Castelli: l'Aula l'approva all'unanimità.
Di seguito il resoconto dell'esame dell'articolato, nel quale si alzano i toni sulle agevolazioni per incentivare premi di produzione e straordinari, “una delle leve che abbiamo per incrementare la produttività aziendale”, spiega Andrea Zafferani. Con decreto delegato può essere modificato il limite massimo dei premi soggetto ad agevolazione nonché il tempo utile per stipulare il contratto integrativo aziendale. “Un'ingerenza del governo oscena”, attacca Rete che con emendamento chiede di abrogarlo.
“Ogni articolo – chiosa Denise Bronzetti - rimanda all'emissione di decreti delegati”.
Alessandro Mancini accusa la maggioranza di voler mettere da parte la contrattazione fra sindacati e categorie economiche. “Così – avverte – si genera confusione e conflitto sociale. Il paese non può permetterselo”.
“Non riguarda il contratto nazionale, si sta parlando di contrattazione di secondo livello – spiega Giuseppe Morganti. L'articolo detassa i premi che i lavoratori ricevono in busta paga. Così - aggiunge - le aziende non pagheranno in nero”.
Matteo Fiorini chiarisce: la retribuzione fissa non è oggetto di discussione. Porta l'esempio di aziende italiane, dove il premio, in caso di accordo di secondo livello, può essere detassato. “E' una norma che ne ricalca la filosofia e che ci fa fare un passo in avanti”.
“Si vuole facilitare l'aumento della produttività” - aggiunge Matteo Ciacci - “consentendo di rendere flessibile l'azienda a livello contrattuale mantenendo da una parte il contratto nazionale e dall'altro favorendo l'uso di premi e straordinari”.
Si scaldano gli animi, la legge non può essere interpretata – attacca Rete – qui si rimanda a decreti futuri. “Il problema è formale e sostanziale” - spiega Ciavatta - se volevate fare quel tipo di intervento lo dovevate scrivere. Così è un assegno in bianco” e “l'articolo è fuori contesto – rincara Marco Gatti - se parliamo di modifiche fiscali vanno introdotte nella legge fiscale”.
Volano parole grosse tra i consiglieri, la Reggenza è costretta ad intervenire.
“E' stato portato in Aula un gergo da bar”- commenta Ciavatta. “E' scaduto il livello”, dice Roberto Giorgetti, “si cerca lo scontro a prescindere, è evidente che è del tutto inutile proporre ragionamenti”.
“Il decreto lo avete, non c'è nulla di misterioso” - spiega Zafferani. Siamo generici perché dovremo trovare forme di agevolazioni effettive, senza incorrere in tassazioni italiane. Ci sarà confronto con le parti sociali.” L'emendamento non passa.
Si va dunque avanti e si arriva al part-time imprenditoriale per i dipendenti privati il cui ricorso verrà definito con decreto delegato. L'opposizione torna quindi a contestare il rimando ad un decreto senza che vengano fissati criteri e definiti paletti. “Ci muoviamo in un settore delicato – avverte Francesco Mussoni – corriamo forti rischi se non verrà formulato nel modo giusto”.
Il Segretario Guerrino Zanotti cita la legge del 2014 sulla quale la norma attuale interviene. Anche in quel caso si rimandava a decreto. “Mi assumo la responsabilità come parte della maggioranza di allora – dice - e stessa cosa dovrebbero fare quei consiglieri che l'hanno emanata". La legge e chiede: "Secondo voi la formulazione era più precisa e conteneva più elementi?”. L'articolo successivo - il 21 - riguarda “Incentivi all’esodo dalla Pubblica Amministrazione”. Zafferani ne chiede il ritiro, poiché "essendo intervenuto tra commissione e seconda lettura il tavolo per la spending review si vuole riportarlo con le dovute correzioni in sede di bilancio". Serve l'unanimità dell'Aula che però non arriva. Quindi l'articolo rimane in discussione. L'opposizione non fa sconti. Mussoni ricorda il duro scontro in Commissione, quando la minoranza chiedeva a gran voce di ritirarlo. Le motivazioni di Zafferani oggi non convincono.
“Forse si è accorto di che bomba stava sganciando – dice Dalibor Riccardi – è un articolo che solo un governo di dipendenti pubblici poteva scrivere e che alza la tensione sociale tra lavoratori di serie a e b”.
"Si creano discriminazioni fra lavoratori”, chiosa Pedini Amati. “Sarebbe più onesto dire – afferma in coro l'opposizione - che la decisione di ritirarlo è arrivata perché non c'erano convergenze in maggioranza”.
“Siamo ad un livello grottesco”, commenta Roberto Giorgetti. “Si sta discutendo un articolo che non ha possibilità di essere approvato. E' questo il modo in cui stiamo impiegando il tempo in Aula, ne prendo atto ma resto perplesso”. Zafferani chiede scusa a nome di tutti per aver perso un'ora e mezzo a discutere di un articolo che si chiedeva di ritirare e che, poco dopo, viene bocciato. Si torna a collaborare con serenità sugli investimenti incentivati. Viene accolto un emendamento di Rete che chiede che il beneficiario non abbia ricevuto sanzioni e segnalazioni da uffici competenti in merito al non rispetto di normative in merito ai benefici richiesti.
Tornano le critiche, invece, alle modifiche sulla riforma degli incentivi alle assunzioni. Discriminatorio – fanno presente Alessandro Cardelli e Roberto Ciavatta - l'integrazione salariale del 10% a chi ha più di 30 anni. Sul ruolo del Cfp, Denise Bronzetti chiede come mai solo i suoi corsi di formazione godono di sgravi contributivi del 100%. "Non è la logica di una legge di sviluppo premiare solo chi si forma all'interno". E provoca Zafferani: “se vuole incentivare il cfp lo faccia in altra maniera”. "Il principio che sta seguendo il Governo -risponde Zafferani - è che ci sia controllo pubblico quando lo Stato dà benefici".
Da più parti si chiede un testo unico. Zafferani ieri ha anticipato che verrà fatto in materia di residenze. Per Rete è impossibile con questa legge. Luca Santolini non rinnega le battaglie di Civico 10 per la semplificazione ma “l'impostazione più realistica di chi è al governo considerando l'eredità normativa in cui si trova è portare risultati e risolvere le criticità”. Oltre al tema della semplificazione c'è la sostanza – aggiunge Matteo Ciacci. Non è che senza testi unici non si può più fare niente”. Dopo quattro giorni di scontro si va verso l'approvazione del Pdl. Siamo alle battute finali. Si va avanti ad oltranza fino alla chiusura del comma.
MF
Terminato l'esame dell'articolato, si procede alle dichiarazioni di voto al Pdl per lo Sviluppo in cui tutti i gruppi di minoranza anticipano il voto contrario, mentre i capigruppo di maggioranza esprimono la soddisfazione per essere giunti al termine dell'iter normativo. Prima di terminare la sessione consiliare, viene messo ai voti l'Odg che istituisce la Giornata dei Castelli: l'Aula l'approva all'unanimità.
Di seguito il resoconto dell'esame dell'articolato, nel quale si alzano i toni sulle agevolazioni per incentivare premi di produzione e straordinari, “una delle leve che abbiamo per incrementare la produttività aziendale”, spiega Andrea Zafferani. Con decreto delegato può essere modificato il limite massimo dei premi soggetto ad agevolazione nonché il tempo utile per stipulare il contratto integrativo aziendale. “Un'ingerenza del governo oscena”, attacca Rete che con emendamento chiede di abrogarlo.
“Ogni articolo – chiosa Denise Bronzetti - rimanda all'emissione di decreti delegati”.
Alessandro Mancini accusa la maggioranza di voler mettere da parte la contrattazione fra sindacati e categorie economiche. “Così – avverte – si genera confusione e conflitto sociale. Il paese non può permetterselo”.
“Non riguarda il contratto nazionale, si sta parlando di contrattazione di secondo livello – spiega Giuseppe Morganti. L'articolo detassa i premi che i lavoratori ricevono in busta paga. Così - aggiunge - le aziende non pagheranno in nero”.
Matteo Fiorini chiarisce: la retribuzione fissa non è oggetto di discussione. Porta l'esempio di aziende italiane, dove il premio, in caso di accordo di secondo livello, può essere detassato. “E' una norma che ne ricalca la filosofia e che ci fa fare un passo in avanti”.
“Si vuole facilitare l'aumento della produttività” - aggiunge Matteo Ciacci - “consentendo di rendere flessibile l'azienda a livello contrattuale mantenendo da una parte il contratto nazionale e dall'altro favorendo l'uso di premi e straordinari”.
Si scaldano gli animi, la legge non può essere interpretata – attacca Rete – qui si rimanda a decreti futuri. “Il problema è formale e sostanziale” - spiega Ciavatta - se volevate fare quel tipo di intervento lo dovevate scrivere. Così è un assegno in bianco” e “l'articolo è fuori contesto – rincara Marco Gatti - se parliamo di modifiche fiscali vanno introdotte nella legge fiscale”.
Volano parole grosse tra i consiglieri, la Reggenza è costretta ad intervenire.
“E' stato portato in Aula un gergo da bar”- commenta Ciavatta. “E' scaduto il livello”, dice Roberto Giorgetti, “si cerca lo scontro a prescindere, è evidente che è del tutto inutile proporre ragionamenti”.
“Il decreto lo avete, non c'è nulla di misterioso” - spiega Zafferani. Siamo generici perché dovremo trovare forme di agevolazioni effettive, senza incorrere in tassazioni italiane. Ci sarà confronto con le parti sociali.” L'emendamento non passa.
Si va dunque avanti e si arriva al part-time imprenditoriale per i dipendenti privati il cui ricorso verrà definito con decreto delegato. L'opposizione torna quindi a contestare il rimando ad un decreto senza che vengano fissati criteri e definiti paletti. “Ci muoviamo in un settore delicato – avverte Francesco Mussoni – corriamo forti rischi se non verrà formulato nel modo giusto”.
Il Segretario Guerrino Zanotti cita la legge del 2014 sulla quale la norma attuale interviene. Anche in quel caso si rimandava a decreto. “Mi assumo la responsabilità come parte della maggioranza di allora – dice - e stessa cosa dovrebbero fare quei consiglieri che l'hanno emanata". La legge e chiede: "Secondo voi la formulazione era più precisa e conteneva più elementi?”. L'articolo successivo - il 21 - riguarda “Incentivi all’esodo dalla Pubblica Amministrazione”. Zafferani ne chiede il ritiro, poiché "essendo intervenuto tra commissione e seconda lettura il tavolo per la spending review si vuole riportarlo con le dovute correzioni in sede di bilancio". Serve l'unanimità dell'Aula che però non arriva. Quindi l'articolo rimane in discussione. L'opposizione non fa sconti. Mussoni ricorda il duro scontro in Commissione, quando la minoranza chiedeva a gran voce di ritirarlo. Le motivazioni di Zafferani oggi non convincono.
“Forse si è accorto di che bomba stava sganciando – dice Dalibor Riccardi – è un articolo che solo un governo di dipendenti pubblici poteva scrivere e che alza la tensione sociale tra lavoratori di serie a e b”.
"Si creano discriminazioni fra lavoratori”, chiosa Pedini Amati. “Sarebbe più onesto dire – afferma in coro l'opposizione - che la decisione di ritirarlo è arrivata perché non c'erano convergenze in maggioranza”.
“Siamo ad un livello grottesco”, commenta Roberto Giorgetti. “Si sta discutendo un articolo che non ha possibilità di essere approvato. E' questo il modo in cui stiamo impiegando il tempo in Aula, ne prendo atto ma resto perplesso”. Zafferani chiede scusa a nome di tutti per aver perso un'ora e mezzo a discutere di un articolo che si chiedeva di ritirare e che, poco dopo, viene bocciato. Si torna a collaborare con serenità sugli investimenti incentivati. Viene accolto un emendamento di Rete che chiede che il beneficiario non abbia ricevuto sanzioni e segnalazioni da uffici competenti in merito al non rispetto di normative in merito ai benefici richiesti.
Tornano le critiche, invece, alle modifiche sulla riforma degli incentivi alle assunzioni. Discriminatorio – fanno presente Alessandro Cardelli e Roberto Ciavatta - l'integrazione salariale del 10% a chi ha più di 30 anni. Sul ruolo del Cfp, Denise Bronzetti chiede come mai solo i suoi corsi di formazione godono di sgravi contributivi del 100%. "Non è la logica di una legge di sviluppo premiare solo chi si forma all'interno". E provoca Zafferani: “se vuole incentivare il cfp lo faccia in altra maniera”. "Il principio che sta seguendo il Governo -risponde Zafferani - è che ci sia controllo pubblico quando lo Stato dà benefici".
Da più parti si chiede un testo unico. Zafferani ieri ha anticipato che verrà fatto in materia di residenze. Per Rete è impossibile con questa legge. Luca Santolini non rinnega le battaglie di Civico 10 per la semplificazione ma “l'impostazione più realistica di chi è al governo considerando l'eredità normativa in cui si trova è portare risultati e risolvere le criticità”. Oltre al tema della semplificazione c'è la sostanza – aggiunge Matteo Ciacci. Non è che senza testi unici non si può più fare niente”. Dopo quattro giorni di scontro si va verso l'approvazione del Pdl. Siamo alle battute finali. Si va avanti ad oltranza fino alla chiusura del comma.
MF
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