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Preferenza unica: la posizione delle forze politiche

28 giu 2007
Urna elettorale
Urna elettorale
Non hanno dubbi i promotori del referendum per la preferenza unica: se il loro quesito verrà approvato sarà una spallata decisa al vecchio sistema. Ed oggi, a tre anni di distanza ma soprattutto con una nuova legge elettorale, ci riprovano. “La riforma – sostengono – ha lasciato irrisolto il nodo del voto estero, per questo riteniamo necessario intervenire”. A chi obietta che un’unica preferenza impedirebbe il ricambio generazionale della politica replica Augusto Casali: “Siamo convinti che lo favorirebbe, consentendo ai giovani liberi di raccogliere quel consenso necessario ad entrare in Consiglio, considerato che occorrerebbero meno voti di quelli attuali”.
“Ben venga la preferenza unica - commenta Angela Venturini, Segretario dei Popolari - è quello che manca alla legge elettorale in termini di moralità e trasparenza”.
La Lista Civica Noi Sammarinesi non si sbilancia: “La riduzione delle preferenze – spiega Marco Arzilli – può limitare il libero esercizio del voto, ma nella situazione politica può responsabilizzare l’elettore”.
“La nuova legge elettorale – sostiene Glauco Sansovini – è un miscuglio fra proporzionale e maggioritario, ma ignora i problemi del il voto estero e delle cordate. La preferenza unica non risolverà la questione del voto consapevole, ma limiterà le occasioni del malcostume”.
Perplessi i Sammarinesi per la Libertà: “Chi sa gestire oltre mille voti - spiega Monica Bollini - può continuare a formare gruppi anche con la preferenza unica; non si eliminerebbe poi il voto di scambio, anzi, i poteri forti sarebbero facilitati nello ‘sponsorizzare’ un solo candidato”.
“Non vorremmo – gli fanno eco gli Europopolari – che proprio mentre la politica necessita di rinnovamento, si impedisca l’affermazione dei giovani a favore dei potentati economici”. “Non è la preferenza unica – dichiara Gianmarco Marcucci - il vero problema della politica”.
Dello stesso avviso i Democratici di Centro: “Siamo convinti – spiega Rosa Zafferani - che con una preferenza si consolidi un sistema maggioritario a cui siamo contrari e si riducano le possibilità, per i nuovi candidati, di entrare in Consiglio Grande e Generale”.
Roberto Tamagnini, di Sinistra Unita, sostiene che la preferenza unica potrebbe essere anche una buona cosa, anche se “personalmente – dichiara - non credo finisca la corsa spasmodica all’estero”. Non è pregiudizialmente contraria Alleanza Popolare, che ritiene la preferenza unica efficace per combattere il fenomeno delle cordate, ma sul voto di scambio – evidenzia Mario Venturini – il discorso è diverso. La preferenza unica poi non è in grado di debellare alcun mercato del voto estero.
Per il segretario DC, Pasquale Valentini, la preferenza unica limita la scelta degli elettori, ma ad oggi può essere uno strumento per calmierare il peso del potere economico e l’uso del voto estero per costruire gruppi consiliari su misura.
Per il PSD la questione è già stata affrontata con la riduzione da sei a tre. Arrivare ad un’unica preferenza male si sposa col sistema proporzionale. La nuova legge elettorale del resto – sostiene il PSD - ha già offerto molte delle risposte che chi promuove il referendum intende dare.

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