Il “Progetto Npl” dell'Associazione bancaria sammarinese non convince le forze di minoranza. Ieri un confronto sulla questione tra tutti i partiti insieme al segretario di Stato alle Finanze, Eva Guidi. Il risultato è un'accoglienza tiepida e non priva di critiche da parte delle opposizioni. Al centro il piano di Abs per la gestione dei crediti deteriorati. Dallo studio sono emersi 550 milioni di euro di Npl. L'ipotesi è di gestirli tramite un unico “veicolo di sistema”, probabilmente attraverso una società di gestione ad hoc, come spiegano dalla maggioranza.
Il progetto prevede il ruolo di investitori istituzionali sammarinesi e esteri. Sul fronte sammarinese, si parla anche di coinvolgere i gestori dei fondi pensione che potrebbero investire una parte dei milioni necessari. Proprio su questo è già arrivato il secco “no” della Csu.
Sul fronte dei partiti, la Democrazia Cristiana spiega che un piano del genere va approfondito, parlando di un “progetto un po' tardivo” a prima vista. Sarebbe stato adatto, secondo il Pdcs, fino a pochi anni fa quando i crediti Delta non erano stati ceduti e non era stato definita la valutazione degli attivi. Il partito ricorda poi di aver presentato un progetto nel passato ma che questo non contemplava l'utilizzo dei fondi previdenziali. “Quelli sono i fondi dei lavoratori - sottolineano da Rete - e non si dovrebbero toccare”. Il movimento sostiene anche che la questione non debba essere gestita dalle banche, critica l'esecutivo per una mancanza di indicazioni sui tempi e invita a una condivisione con tutte la parti. Il Psd invece apprezza il “coinvolgimento di tutte le forze sociali, economiche e politiche”, ma si focalizza su due questioni “critiche”. La prima è il rischio di veder naufragare il piano nel caso l'economia non ripartisse. Un meccanismo che potrebbe far perdere, per i socialisti e democratici, anche i denari dei fondi pensione, nel caso di stallo del sistema.
Dalla maggioranza arriva invece l'appoggio al progetto di Abs. Per l'uso dei fondi bisognerà prevedere un meccanismo di tutele e garanzie, spiegano da Repubblica futura. La gestione di questa situazione, per Rf, deve essere fatta con cura da una “struttura interna”, magari affiancata da un “player”, quindi da un soggetto economico, specialista del settore, anche estero. Civico10 accoglie con favore l'iniziativa del mondo bancario. Il movimento sta analizzando i pro e i contro e, nel frattempo, invita a scegliere l'indebitamento estero come soluzione estrema. Meglio fare sistema, per Civico, e rimboccarsi le maniche usando risorse interne.